Avezzano. I racconti di quello che è accaduto tra un gruppo di sei ragazzi tra i 14 e i 15 anni e la ragazzina di 13 anni sarebbe riscontrabile anche dalle chat intercettate e trovate nei pc dai carabinieri della compagnia di Tagliacozzo. Nel computer della studentessa che ha accusato il gruppo di averla violentata sarebbero stati trovati i messaggi che lei si scambiava con le amiche. Gli inquirenti hanno sequestrato cellulari e computer delle persone coinvolte. I ragazzi marsicani, tutti residenti tra cappelle e Scurcola, sono accusati di violenza sessuale nei confronti di una minore che aveva meno di 14 anni. Secondo l’accusa, avrebbero abusato di lei per un lungo periodo. I fatti risalgono a diverso tempo fa e lei si è tenuta tutto dentro. Solo ora ha deciso di raccontare tutto e ciò è avvenuto durante un corso. I giovani dall’estate del 2011, fino all’estate del 2013, secondo il racconto della presunta vittima, avrebbero abusato ripetutamente della loro amica. Durante le indagini, il pm Antonio Altobelli, del Tribunale dei minori dell’Aquila, ha delegato i carabinieri della compagnia di Tagliacozzo per gli accertamenti che hanno acquisito intercettazioni ambientali e telefoniche. Secondo i difensori degli indagati (Cesidio di Salvatore, Francesca Basile, Gianfranco Restaino e Massimiliano Zitti), la ragazza era consenziente. A scoprire quello che era accaduto è stato il capitano Lorenzo Pecorella che, durante una lezione di educazione civica svolta dall’Arma dei carabinieri in una scuola media, ha notato che la studentessa faceva domande insolita e così l’ha convinta a parlare e ha chiesto l’intervento di un assistente sociale. La difesa, invece, parla di atti consenzienti. “In considerazione del fatto che sono ancora in corso indagini sul caso”, afferma Di Salvatore, “non possiamo fornire particolari, ma possiamo dire che non si è trattato di branco ma di un gruppo di ragazzi, tutti minorenni, che si frequentavano come avviene tra adolescenti. Non esiste un branco organizzato per aggredire la ragazza. Non c’è stata mai violenza o minaccia di sorta”, aggiunge l’avvocato, “e se ci sono stati rapporti sessuali non violenti sono tutti da dimostrare. Da parte nostra, proveremo quanto sosteniamo”.