Avezzano. Piazza Risorgimento questa mattina è stata invasa da centinaia di studenti delle scuole superiori della città e del territorio marsicano. Il messaggio è stato chiaro: “no alla guerra, sì alla pace”.
Nonostante la manifestazione si sia svolta in maniera pacifica e ordinata, non sono mancati commenti negativi sui social a danno dei giovani studenti.
A difendere i ragazzi interviene Andrea Conte, ex vicepresidente della consulta scolastica provinciale: “Con le scuole abbiamo scioperato ieri, c’è chi sciopera oggi e chi lo farà domani, e farlo oggi vuol dire condannare fermamente chi massacra, ingiustamente, bambini, donne e anziani, per motivi politici ed economici. Questi ragazzi, oggi, hanno avuto il coraggio di schierarsi dalla parte giusta della storia. Vanno difesi non attaccati”
Oggi l’Italia è attraversata da uno sciopero generale nazionale le cui motivazioni sono più di quelle che si possono leggere, superficialmente, nelle prime pagine dei giornali; lo sciopero di oggi riguarda il genocidio in corso a Gaza, la fornitura di armi a Israele, l’economia di guerra, l’aumento delle spese militari e lo sfruttamento sul lavoro.
Sono più di 80 le città italiane in cui da questa mattina flotte di persone stanno invadendo, si auspica a fine giornata, in maniera civile e democratica, le piazze dei propri comuni.
“Leggo, con sorpresa, che si fa meno fatica a condannare giovani studenti che urlano la parola pace, piuttosto che dittatori e oratori di odio”. Continua Conte che richiama la propria esperienza nella rappresentanza studentesca;
“Anch’io sono stato ai vertici della rappresentanza studentesca, fino a qualche anno fa ero vicepresidente della consulta provinciale. Abbiamo scioperato in diverse occasioni, in alcune siamo stati la scuola capofila, abbiamo scioperato per condannare il femminicidio o il bullismo, a volte abbiamo rischiato e subito provvedimenti disciplinari. Ma era giusto esserci. Sarebbe stato sicuramente più comodo commentare su Facebook con la pancia piena e il sorriso in volto di chi, dal divano di casa, pretende di insegnare agli altri a vivere”
“Scommetto che gli stessi ‘insegnanti di vita’ che oggi criticano i ragazzi, deridendoli e sminuendoli, sono gli stessi che, se un professore mette una nota disciplinare al proprio figlio, vanno a protestare direttamente a Roma al ministero dell’istruzione”