Avezzano. tutti in piazza per dire no ai tagli sulla scuola e sulla ricerca. gli oltre 5.000 studenti marsicani ieri mattina hanno lasciato le scuole deserte per contestare la politica del governo, anche se in realtà in piazza Risorgimento, dove i ragazzi si erano dati appuntamento, c’erano solo 400 studenti, forse meno. La grande maggioranza ha quindi deciso di non andare a scuola ma di non manifestare. I più convinti della protesta, se pur pochimi, hanno però aderito attivamente alla giornata di mobilitazione nazionale indetta dall’Unione degli Studenti (sindacato delle scuole superiori). E’ stata anche l’occasione per fare festa, cantare canzoni sulle scale della cattedrale, ma anche scambiare idee sul futuro.
Ecco in sintesi le motivazione che hanno portato gli studenti allo sciopero:
“Gli studenti vogliono far sentire la propria voce in riferimento ai mali che stanno affliggendo il nostro Paese, andando oltre l’Italia, raggiungendo l’Europa, che ci tormenta con richieste economiche pesantissime. “È in gioco il nostro futuro! Basta manovre economiche terrificanti che tassano i poveri, tagliano all’Istruzione, la Cultura, l’Università, la Ricerca. La crisi ci sta uccidendo, anche noi studenti vogliamo farci sentire! Saremo noi a pagare tutti gli sbagli commessi oggi dal Governo!”.
Dopo che Standard&Poor’s ha tagliato l’affidabilità del nostro debito, portandolo da A+ ad A, ieri Moody’s ha deciso di tagliare il rating dell’Italia di tre livelli, da AA2 ad A2, con outlook negativo. Nel primo caso il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha affermato che la crisi “è un’invenzione della stampa”. Nel secondo, il Direttore del TG1 Augusto Minzolini ha dichiarato che “la crisi del governo è una mezza scemenza” inventata da chi la cerca e il declassamento è dovuto alle cassandre che parlano a sproposito.
Il peso della frangia putrescente della classe economica, della finanza, è otto volte quello dell’economia reale, di quello che viene prodotto in tutto il mondo realmente. Il sistema italiano cancella i diritti, privatizza i beni comuni, imbavaglia la stampa “scomoda”, distrugge scuole e università, manipola l’informazione (Emilio Fede e il suo pupillo Augusto Minzolini sono solo degli esempi), tassa i poveri per rimediare a una crisi prodotta dai forti. Addirittura si parlava di chiudere l’Accademia della Crusca, al che Renzo Bossi ha dichiarato: “Se era ancora utile non la chiudavamo”. Il Governo non è in grado di gestire la situazione: il Ministro dell’Istruzione pensa che i neutrini abbiano costruito un tunnel di 750km da Ginevra a L’Aquila, la Lega Nord è interessata solamente ad acquisire privilegi per “la terra che non c’è”, come ha sottolineato il Presidente della Repubblica. Per non parlare del Presidente del Consiglio, troppo occupato ad escogitare nuovi modi per sfuggire ai processi (e l’articolo 3 della Costituzione?) per occuparsi della crisi. Anche il referendum ha perso il suo valore, non si tiene più conto della volontà del popolo, a cui dovrebbe appartenere la sovranità (articolo 1 della Costituzione). Il 7 Ottobre riempiremo le piazze d’Italia, daremo battaglia sin da subito a chi vuole distruggere la scuola, i nostri diritti e la nostra vita. Saremo capaci di riprenderci questo tempo che ci è stato rubato, capaci di lottare ancora, convinti che è possibile cambiare e che saremo noi a determinare questo cambiamento”.