Avezzano. Vivono nelle vecchie “casette dei combattenti” di Avezzano, in via Garibaldi, a pochi passi dal centro della città, in quelle strutture che una volta venivano assegnate per meriti di guerra ai soldati sopravvissuti al primo conflitto mondiale. Sono stranieri disperati, costrettu a stare in uno stato di degrado assoluto, senza acqua né energia elettrica, contro ogni regola del vivere civile, in condizioni igienico-sanitarie pessime, sommersi dai rifiuti. Bivaccano nelle stanze maleodoranti e buie delle pericolanti strutture di proprietà comunale. In precedenza erano state già sgomberate, ma poi gli stranieri erano riusciti a rientrare e avevano addirittura bloccato l’ingresso con una catena e un lucchetto. A testimoniare questa situazione è uno di loro, Said, 51 anni, che spunta dai locali pieni di rifiuti e di cibo avanzato, quasi impaurito, accennando un tentativo di fuga. Poi però ci ripensa e racconta al Centro come è finito così. “Lavoravo nel Fucino con un’azienda agricola”, spiega, “e per tanti anni ho mandato i soldi alla famiglia in Marocco. Poi ho avuto problemi a una gamba”, aggiunge tirandosi su i pantaloni per fino al ginocchio mostrando la situazione dell’arto destro, “non ho fatto delle visite ma il problema non si è risolto e così non posso né lavorare, né tornare nel mio Paese, visto che non ho i soldi. E senza stipendio non ho neanche un luogo dove stare, così sono costretto a vivere qui, in queste condizioni. A mangiare vado alla Caritas”, afferma, “oppure ci danno qualcosa e lo cuciniamo qui”. Neanche il freddo ha scoraggiato gli stranieri dal vivere nelle casette dei combattenti, visto che sono lì prima dell’inverno. “Ci copriamo bene la notte”, chiarisce, “e mettiamo le coperte davanti a porte e finestre, poi ci scaldiamo con il fuoco”. Le casette dovrebbero essere demolite ma ciò non è ancora avvenuto per problemi burocratici. Il rischio però ora è che un eventuale crollo delle casette possa causare danni a cose o persone e in tal caso le responsabilità sarebbero del Comune.