Avezzano. È polemica tra le istituzioni abruzzesi dopo che, questa notte, è stato stralciato l’emendamento salva tribunali per estraneità della materia. Il Senato che doveva dare l’ultima parola per salvare i quattro tribunali abruzzesi di Avezzano, Sulmona, Vasto e Lanciano ha quindi annullato tutto, con un vero e proprio sgambetto all’Abruzzo e alla democrazia, ignorando il volere dei senatori di tutte le forze politiche
Secondo quanto stabilito ieri la proroga non ci sarà e i palazzi di giustizia dovranno chiudere necessariamente nel 2022, l’anno prossimo, e non nel 2024 come si era auspicato. L’ok delle commissioni congiunte Giustizia e Affari costituzionali al Senato e l’operato di senatori e sindaci sembra non essere servito a nulla.
“Lo stralcio della proroga dell’apertura dei tribunali minori abruzzesi è stato uno schiaffo all’Abruzzo e alla democrazia”, commenta il governatore d’Abruzzo Marco Marsilio, “è chiaro da come si sono svolti i fatti che non è stata una questione di tecnicismi ma che dietro la inammissibilità decretata dal Presidente del Senato c’è stata una evidente volontà politica del Governo. La ministra Cartabia aveva già espresso il suo parere contrario in Commissione Giustizia e ciononostante l’emendamento era stato approvato all’unanimità. La Ministra non si è rassegnata e ha messo in campo tutta la sua forza e le sue relazioni per sbarrare questo emendamento e la strada dell’approvazione in Aula. Già ieri nel pomeriggio, nel corso della riunione dei capigruppo in Senato, la Presidente aveva rappresentato ai Gruppi che su questo emendamento vi era una richiesta di stralcio. Fonti parlamentari parlano di un interessamento diretto del Quirinale anche a seguito della recentissima lettera alle Camere per richiamare il Parlamento a non varcare certi limiti nella conversione in legge dei decreti”.
“Tutti i gruppi”, precisa Marsilio, “hanno respinto questa richiesta e a quel punto si è provato con il tipico argomento della copertura finanziaria, cercando di affossare l’emendamento in Commissione Bilancio. Anche la Commissione Bilancio ha respinto questo tentativo individuando le coperture necessarie e riapprovando un’altra volta all’unanimità l’emendamento. A quel punto non è rimasto altro che assegnare al Presidente del Senato l’ingrato compito di dare esecuzione al diktat, dopo che per tutta la giornata negli ambienti istituzionali era circolata la voce che il Quirinale avrebbe rinviato alle Camere il Decreto se non fosse stato ripulito nei provvedimenti ritenuti estranei compreso questo dei tribunali. Come possa definirsi estranea una norma sui tribunali quando il decreto parla di semplificazione della giustizia è un mistero. Ho avuto diretta conferma di una ferrea volontà politica di non approvare la proroga per ragioni di merito dalla voce della stessa ministra Cartabia che ho avuto modo di incrociare a tarda sera al Quirinale al termine del concerto diretto dal Maestro Muti; non mi sono fatto scrupolo di avvicinarla per chiederle di rivedere la propria contrarietà, alla luce dell’unanime volontà del Parlamento e del territorio, ma non c’è stato nulla da fare. La ministra Cartabia in maniera cortese ma determinatissima mi ha detto chiaramente che non intendeva assecondare questa spinta alla proroga dei tribunali abruzzesi nel timore che potesse fungere da esempio per tutti gli altri tribunali soppressi”.
“E’ arrivato quindi il momento di affrontare pubblicamente la questione visto che le scorciatoie e i sotterfugi per ottenere di volta in volta le proroghe si stanno rivelando inefficaci. Ora pretendiamo”, chiarisce a gran voce Marsilio, “che il Parlamento esamini il Disegno di Legge proposto dal Consiglio regionale e che tutte le forze politiche si esprimano nel merito sula soppressione dei tribunali minori. E se il caso abruzzese dovesse offrire l’occasione per riaprire la discussione dei tribunali già soppressi e sulla geografia giudiziaria nel suo complesso non potremmo che essere onorati di aver fatto da apripista Quella di ieri è stata una brutta pagina nella storia della democrazia parlamentare. Un emendamento due volte approvato all’unanimità, in due diverse commissioni, è stato gettato nel cestino per volontà di un Governo che non era stato capace di convincere neanche uno dei parlamentari che fanno parte della sua maggioranza a sostenere le sue convinzioni. E’ un metodo autocratico”, conclude, “molto pericoloso e mi auguro che il Parlamento torni a riappropriarsi della piena potestà legislativa”.
La presidenza del Senato ha deciso lo stralcio dal maxiemendamento del governo “per estraneità di materia” dell’articolo 17 del decreto legge Pubblica amministrazione e Giustizia, relativo alle piante organiche del personale amministrativo dei tribunali soppressi delle circoscrizioni di L’Aquila e Chieti, approvato in commissione all’unanimità. Dura la reazione dei gruppi. “Il Parlamento merita rispetto. A questo punto, si faccia un disegno di legge in relazione a questa norma e si approvi subito”, dice Giacomo Caliendo di Forza Italia.
Parole che fanno scattare la presidente Elisabetta Alberti Casellati. “E’ nota la mia difesa della centralità del Parlamento. Dire che no lo abbia fatto in questo caso lo considero irrispettosi. Capisco le ragioni della protesta prospettata ma la volontà politica non prescinde dalle regole che vanno rispettate”. Ma la critica non si ferma. “C’è qualcuno che ordina per ragioni inspiegabili e qualcuno che esegue. Casellati non difende il ruolo dei parlamentari” con lo stralcio di quella norma. “Assistiamo a qualcosa di surreale che umilia il Parlamento”, aggiunge Isabella Rauti di Fratelli d’Italia.
Sulla questione è intervenuto anche il sindaco di Ovindoli e consigliere regionale della Lega Simone Angelosante. “Il DdL di iniziativa del Consiglio regionale, comunicato alla presidenza del Senato il 23 settembre 2020, recante ‘ nuova organizzazione dei tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero ‘ , approvato all’unanimità nella massima Assise regionale, sarà portato in Commissione da Andrea Ostellari, della Lega, presidente Commissione Giustizia Senato”.
“La Regione Abruzzo”, commenta Angelosante, primo firmatario del progetto di legge sulla riorganizzazione dei tribunali, “ha la ciambella di salvataggio per i cosiddetti tribunali minori grazie al lavoro meticoloso del Gruppo consiliare Lega Salvini Premier in Consiglio regionale e grazie al lavoro di squadra con i parlamentari della Lega. La giusta soluzione che ci permetterà di superare le contrarietà tecniche”, conclude, “avendo già l’intesa politica”.
Per Gianluca Castaldi, senatore del Movimento 5 Stelle, “lasciare il territorio abruzzese senza un presidio importante come quello del tribunale è un fatto molto grave”, ha detto nel suo intervento in Aula, “una pessima pagina parlamentare. Io non mollo mai”.