L’Aquila. Il Consiglio di Amministrazione di Strada dei Parchi SpA, ancora una volta, per senso di responsabilità e di fronte all’inerzia del Governo, ha deciso di sospendere l’aumento tariffario di circa il 34% che sarebbe dovuto scattare il 1° luglio 2022, differendone l’applicazione al 1° gennaio 2023. Lo aveva fatto già, nel dicembre scorso, con l’intento di favorire l’approvazione di un Piano Economico Finanziario (PEF) che fosse sostenibile per l’utenza e consentisse la messa in sicurezza di due tratte autostradali vitali per i territori.
La decisione odierna si è resa necessaria a causa del perdurare della situazione di stallo. È proprio a causa di un tale quadro di incertezza e immobilismo dei Governi Nazionali negli ultimi 10 anni che Strada dei Parchi ha avviato, nelle scorse settimane, la procedura di recesso anticipato della concessione (art. 11 del contratto concessorio).
Uno stallo che paradossalmente è iniziato con la ratifica di un’urgenza da parte del Parlamento: dall’approvazione della legge 228/2012 che stabiliva che A24 e A25 fossero considerate strategiche ai fini di Protezioni Civile e quindi andavano urgentemente messe in sicurezza. Per questo era indispensabile l’approvazione di un nuovo PEF che consentisse il necessario adeguamento sismico, la messa in sicurezza dei viadotti e il rinnovo degli impianti di sicurezza in galleria, nonché tariffe sostenibili per l’utenza.
Da allora non sono servite 18 proposte avanzate dal Concessionario e una sentenza del Consiglio di Stato (n. 5022/19) che imponeva l’adozione di tale PEF entro il termine inderogabile del 30 ottobre 2019. E non è servita nemmeno la nomina di ben due Commissari per cercare di sanare le inadempienze del Concedente e consentire lo sblocco dei lavori e la rimodulazione delle tariffe. Fatto da ultimo dimostrato dalla doppia bocciatura del PEF, redatto su indicazione del MIMS, da parte di ART e CIPESS, un piano peraltro del tutto insostenibile per gli spropositati incrementi tariffari che avrebbe generato.
Questa mancata approvazione da un lato blocca la realizzazione di investimenti per 6,5 miliardi e dunque la messa in sicurezza di A24 e A25; dall’altro, genera un aggravio dei costi per la realizzazione delle stesse opere di “messa in sicurezza urgenti” (MISU), così come censurato dalla Corte dei conti (DM401/17), arrecando inoltre danni al sistema economico, locale e nazionale, per mancati investimenti.
Per salvaguardare la sostenibilità economica e sociale e assicurare una rapida ed efficace messa in sicurezza, nel rispetto delle norme contrattuali che disciplinano il rapporto di concessione, il CdA di Strada dei Parchi auspica infine che il Governo voglia effettuare la compensazione delle poste creditorie/debitorie (i crediti vantati dal concessionario sono pari a circa 419 milioni di euro) generatesi nel rapporto concessorio, così come stabilito dalla Corte Costituzionale e applicato già una prima volta nel merito dal Tribunale di Roma con l’ordinanza del 28 marzo 2022, rendendo così possibile mantenere il blocco delle tariffe per i prossimi anni. Resta naturalmente in piedi la richiesta di rescissione, già all’esame del Concedente, anch’essa in attesa di una determinazione.