Carsoli. Persone inviperite a Pietrasecca a seguito dell’ordinanza del sindaco Velia Nazzarro che ha disposto la chiusura di Via Cotarda per la probabile caduta di massi da un muraglione di contenimento del pendio roccioso. Sulla vicenda è intervenuto l’ex sindaco e consigliere comunale, Domenico D’Antonio. “La pericolosità derivante dalla caduta massi perdura da molti anni e sono state fatte, nel tempo, diverse segnalazioni da abitanti del luogo”, ha commentato, “occorreva, quindi, attendere, il periodo centrale di agosto per emettere l’ordinanza? Come mai non si è intervenuti prima per cercare di contenere il pericolo ed evitare la chiusura della strada? Da quel che mi risulta l’ultimo evento di caduta di un masso risale all’anno scorso senza che nessuno si sia minimamente preoccupato.
Nel 2014, durante l’amministrazione da me guidata, fu presentato in Regione un progetto per la messa in sicurezza del suddetto muraglione e per la regimentazione delle acque. Tale progetto fu finanziato, insieme ad altre opere, per un totale di 346.642,00€, e poi confermato con lettera (vedi allegato) del Presidente della Regione Abruzzo prot. RA/92063/SQ del 08.04.2015, indirizzata al sottoscritto (anche se in quel periodo non ero più Sindaco). Che fine ha fatto tale finanziamento? E’ stato revocato? E, se sì, per quale motivo? Su tale argomento ho scritto altre volte ed ho fatto interventi in Consiglio Comunale nella completa indifferenza dell’amministrazione Nazzarro.
Come mai l’amministrazione non si è adoperata per farsi erogare il finanziamento ed effettuare le opere a suo tempo progettate? Proprio a seguito del finanziamento, l’opera di messa in sicurezza del muraglione fu inserita nel pianto triennale dei lavori pubblici allegato al bilancio di previsione 2015, redatto dall’amministrazione Nazzarro; come mai è stata eliminata nel nuovo piano dei lavori pubblici? I problemi si risolvono solo chiudendo delle strade importanti creando notevoli difficoltà ai cittadini, residenti e non? Perché invece di prevenire si interviene solo in situazioni di emergenza? Ma poi, cosa ha determinato questa voglia di interventismo a ridosso di ferragosto se non si sono verificati nell’ultimo periodo episodi di caduta massi? La chiusura della strada costringe tutti gli abitanti della parte alta del Paese ad effettuare un tragitto accidentato per raggiungere le loro abitazioni con gravi difficoltà per le famiglie con disabili, con bambini e con anziani che sono costrette a rimanere segregate in casa e/o ad interrompere le loro vacanze.
Come pensa, quindi, l’amministrazione Nazzarro di risolvere il problema e, soprattutto, di riaprire prima possibile la strada permettendo ai cittadini di poter agevolmente raggiungere le loro abitazioni ed a coloro a cui è stato intimato di lasciare la loro casa di potervi fare rientro? Aspettando i tempi biblici del finanziamento, della gara e della sistemazione definitiva oppure intervenendo immediatamente, in tempi brevissimi, con la realizzazione di una struttura provvisoria (ma sicura) da finanziare con risorse del bilancio comunale? In tali frangenti si comprende l’importanza di contenere le spese superflue (spesso da noi segnalate) che l’amministrazione Nazzarro continua imperterrita ad effettuare e, soprattutto, l’importanza di una pianificazione e di una programmazione che è completamente carente in questa amministrazione.
Purtroppo, e lo dico con amarezza, un ruolo fondamentale dovrebbe essere svolto dagli organi di informazione che normalmente sono di stimolo e pungolo per gli amministratori di turno e che, invece, ultimamente sembra abbiano assunto il compito di minimizzare e di fuorviare i cittadini senza dare le notizie in modo equilibrato e completo. Le famiglie interessate dal provvedimento non sono solo due in quanto è stata isolata un’intera zona del Paese e credo non abbia alcuna rilevanza la differenziazione tra dimoranti e non dimoranti; questa estate Pietrasecca sembrava nuovamente affollata, con le sue stradine ed i suoi borghi che avevano ripreso vivacità e questo provvedimento sta rischiando di compromettere i piccoli segnali di rinascita.
Se si trattava di una situazione emergenziale perché, ad esempio, non è stato attivato il piano di protezione civile con tutte le relative funzioni al fine di poter dare eventuale assistenza agli interessati per qualsiasi bisogno o necessità collegata alla decisione amministrativa? Quello che è importante in questa situazione è concentrarsi esclusivamente sulla problematica senza farsi strumentalizzare o dividere (come potrebbe accadere tra residenti e non, abitanti parte alta e parte bassa, favorevoli o contrari al provvedimento di chiusura, ecc.) senza creare fazioni pro e contro sui social ma rimanere uniti nel pretendere il ritorno alla normalità in tempi brevissimi”.