Villavallelonga. Non si placa la polemica sulla lingua d’asfalto nel parco nazionale d’Abruzzo. Sulla vicenda è intervenuto anche Augusto De Sanctis, presidente della stazione ornitologica Abruzzese onlus che ha di nuovo puntato il dito contro il presidente e il direttore del parco accusandoli di essere i responsabili dell’asfalto. “A gennaio 2015 e di nuovo a giugno 2016 il direttore Febbo ha autorizzato l’asfaltatura”, ha precisato De Sanctis, “e a maggio 2015, il presidente Carrara ha chiesto di chiudere la strada sterrata di Prati d’Angro. La sindrome bipolare dell’Ente parco consegna la pregiata Vallelonga alle ruspe e al bitume, non ce lo possiamo permettere. Il direttore Febbo ne tragga le conseguenze. La Stazione Ornitologica Abruzzese è in grado di divulgare un documento che inchioda l’Ente Parco alle sue responsabilità sullo sfregio in atto nella Vallelonga, con lavori di asfaltatura del costo di quasi mezzo milione di euro di fondi pubblici per una strada che per legge dovrebbe rimanere chiusa al traffico”. Secondo De Sanctis il Parco d’Abruzzo a maggio 2015 con un documento a firma del presidente Carrara “ha ritenuto che nel Comune di Villavallelonga la strada sterrata dei Prati d’Angro, insieme ad altre strade elencate con precisione, dovesse essere chiusa sulla base della Legge 3/2014 della Regione Abruzzo. La lettera del Parco a Comuni, regione e forestale è netta e inequivocabile, anche nel definire “sterrata” questa strada”. Negli ultimi mesi il parco ha risposto alle associazioni sostenendo che la strada fosse già asfaltata e che si trattava di semplice manutenzione. Ma la stazione ornitologica non ci sta e ricorda l’iter che ha portato a questo intervento.”Solo dopo le proteste delle associazioni e interrogazioni parlamentari avvenute nel 2016″, ha concluso De Sanctis, “le strutture tecniche del parco fanno una tardiva e limitata marcia indietro prescrivendo il 29 giugno 2016 di evitare l’asfalto solo su un brevissimo tratto, quello finale, permettendo comunque la posa del conglomerato bituminoso anche dentro al territorio del Parco, ben oltre il punto di ingresso nel parco che dovrebbe essere il luogo dove allocare la sbarra. Dispone inoltre un divieto di accesso relativo solo alle ore notturne. Non appena avremo concluso gli accessi agli atti che abbiamo avviato presso vari enti, provvederemo ad inoltrare un altro dettagliato esposto anche alla Corte dei Conti. Erano anni che non si vedeva in un parco abruzzese un tale scempio, figurarsi nel regno dell’orso”.