Questa è una storia con la “S” maiuscola. Oggi vi facciamo conoscere più da vicino Gaetano Miranda, imprenditore abruzzese che, dopo aver aperto un ristorante McDonald’s all’Aquila, ha presentato la “M” gialla anche alla Marsica. E in questa intervista fa capire a tutti che dietro a un brand amato e odiato nel mondo intero, a fare la differenza, c’è sempre l’individuo.
Chi era Gaetano Miranda ieri (quando ha pensato per la prima volta di intraprendere una partnership con McDonald’s) e chi è Gaetano Miranda oggi (licenziatario di ben due ristoranti McDonald’s).
Sono un laureato in biologia con specializzazione e dottorato in Antropologia fisica, per anni mi sono diviso tra i lavori sui cantieri archeologici e il mondo della piccola imprenditoria con la quale ho iniziato nel 2003. Il sisma del 2009 ha radicalmente cambiato le prospettive di vita mia e della mia famiglia… ed è stato in quel momento che ho inviato il mio curriculum come Licenziatario McDonald’s Italia. Il mio percorso in McDonald’s è iniziato, dopo diversi colloqui a Milano, nel 2012 cuocendo le patatine nei ristoranti di Roma fino ad arrivare a superare tutti i corsi richiesti per gestire un Ristorante. McDonald’s su questo è una azienda unica, indipendentemente dalla tua estrazione culturale richiede operatività sul campo, voglia e capacità di sporcarsi le mani, che sono fondamentali per conoscere dall’interno e profondamente le basi del business.
Lavorare oggi per McDonald’s mi spinge ogni giorno a studiare, aggiornarmi e ad apprendere conoscenze che fino a 8 anni fa esulavano completamente dal mio campo di studi. Una grande multinazionale ti insegna che il sistema necessita della tua crescita per crescere e ti spinge sempre più avanti nelle capacità di gestione, organizzazione, valutazione, analisi e previsione! Ma se c’è da friggere le patatine sei il primo e vuoi essere il più bravo a farlo!
Avevi già un McDonald’s nella città de L’Aquila, come è nata l’opportunità ad Avezzano?
Avezzano era già nella pancia di McDonald’s da alcuni anni ma c’erano alcune condizioni favorevoli che dovevano incastrarsi: la prima era un licenziatario della zona che conoscesse bene il territorio da poterlo gestire e tirare fuori il meglio da esso. La seconda era una posizione adatta per il tipo di attività. Nel momento le due cose si sono concretizzate è partito l’iter.
Qual è stata la difficoltà principale che hai incontrato? Quali sono i vantaggi e gli svantaggi di fare impresa nella Marsica?
La cosa più complessa è stata il fatto di aver aperto un ristorante di ultimissima generazione con tutte le incognite del caso. Era la mia prima nuova apertura (L’Aquila è stato rilevato già aperto e con uno storico), e con 76 dipendenti integralmente da formare da zero. La Marsica offre tantissimo sia dal punto di vista umano che di risposta della clientela, ma è una piazza molto difficile e diffidente. La Marsica ti permette pochi errori, e quando li fai te li fa notare, ma questo è anche il bello di questa zona…. Sa anche riconoscerti le cose buone che fai!
Raccontami qualcosa del processo produttivo… Chi sono i fornitori? Come lavorate?
La filiera produttiva è al 80% tutta italiana. La carne è 100% bovino allevato e macellato in Italia, dal Gruppo Cremonini, il pollo fornito da Amadori, il pane con grano italiano e panificato a Modena e Roma, poi tutta una serie di prodotti DOP e IGP, olio pugliese, aceto di Modena, arance di Sicilia, mele della Val di Non, insalate Bonduelle, le patate in quota parte anche da Avezzano e così via.
Il lavoro in un McDonald’s è fondato su tre principi di ugual peso: la sicurezza dei miei ragazzi, quindi veramente tante tante procedure per lavorare bene e in sicurezza per non farsi male! Nonostante sia una cucina con piastre e friggitrici abbiamo un bassissimo indice di infortunio; la sicurezza del cliente, quindi una moltitudine di procedure di sicurezza alimentare ripetute e continuative, e la soddisfazione del cliente, quindi tutte quelle procedure necessarie per far avere al cliente il pasto scelto nel più breve tempo possibile e nel migliore dei modi.
Quante persone lavorano per te e da dove provengono?
Ad oggi ho circa 117 dipendenti, l’85% a tempo indeterminato e offriamo dal part time a 15 ore per gli studenti fino al full time. Tutti coloro che entrano nei miei ristoranti sono dipendenti diretti. Per scelta non ho ditte in appalto delle pulizie o altro, preferisco che siano tutti “figli miei” stessi diritti e doveri. Ad esempio, ho 7 ragazzi che tutte le notti arrivano a mezzanotte e in otto ore, smontano, puliscono sanitizzano e rimontano l’intero ristorante, ogni santa notte… 365 giorni l’anno. Ci sono circa 53/56 dipendenti a ristorante divisi in operativi di cucina, assemblaggio vassoi, servizio al tavolo, assistenza in sala, pulizia ordinaria, servizio drive e staff dirigenziale. Per mia scelta sono tutti del posto. Ad Avezzano sono tutti della zona del fucino, senza alcuna distinzione di età o sesso. Se lavori bene… sei a bordo, altrimenti no! Non discriminiamo per età o altro.
Ci tengo a precisare, che ognuno di loro si è conquistato il posto semplicemente presentando un curriculum, non esiste nessun raccomandato o nessuno che si trova li perché imposto da qualche politico, ente o chi che sia. Non affiderei mai la mia azienda a qualcuno che non sia stato scelto da me per meriti e capacità rigorosamente oggettive e verificabili. Non è nella politica e nel dna di questa azienda prescindere da criteri di merito.
Questa mia affermazione è assolutamente avvalorata dal premio Ray Crock Award conferito al direttore di Avezzano Giovanna Ricciuti. Questo premio viene conferito a soli 370 direttori su 37mila ogni due anni in tutto il sistema McDonald’s al mondo. Il direttore di Avezzano e quindi l’intero ristorante per obiettivi, risultati e tutta una serie di paramenti ben precisi… è tra i migliori 370 al mondo! Per me è un orgoglio.
Quali sono a tuo avviso i valori umani con cui il McDonald’s di Avezzano ha avuto successo?
Avezzano nello specifico ha un valore aggiunto importantissimo che è quello del gruppo! Dopo due anni e mezzo di difficilissimo lavoro di miglioramento ad Avezzano si è creato un gruppo forte e coeso di ragazzi (i miei ragazzi vanno dai 18 ai 55 anni) che in monoblocco migliora e si sprona ottenendo di volta in volta risultati sempre migliori e impensati qualche mese prima. Sono orgoglioso di moltissimi di loro, di quanto siano cresciuti, di come ci tengono al lavoro e di come si pongono nei confronti dell’intero sistema.
Loro sono il motore dell’azienda, certo chiedo tanto… ma cerchiamo di dare anche tanto! Premi aziendali, bonus produzione, welfare. Per scelta su consiglio di mia moglie abbiamo avviato un piano di prevenzione per tutte le dipendenti donne, sarò io ad accollarmi il costo della visita senologia annuale per ogni mia dipendente donna. Credo che la prevenzione sia la base di una vita più tranquilla.
Mi levo un sassolino dalla scarpa. Spesso leggo, soprattutto sui social risposte oppure commenti molto offensivi e poco acuti verso i miei ragazzi. I soliti luoghi comuni tipo: “Sono tutti raccomandati”, oppure, “Ma sei laureato in frittologia?”, o ancora meglio “ se… ho una laurea io… mica finisco a lavorare al McDonald’s”. Giusto per chiarire: nel mio staff ci sono Laureati in Biologia, Psicologia, Economia, Giurisprudenza ecc e tutti fanno quello per cui hanno studiato! Non è per tutti gestire una attività con 50 dipendenti alcuni milioni di euro di fatturato senza capire nulla di previsioni di bilancio, analisi di mercato, calcolo delle probabilità statistiche di vendita, P&L, sicurezza alimentare, sicurezza sanitaria, sicurezza sul lavoro, ordini, magazzini, stoccaggio, gestione umana del personale, test valutativi di miglior attitudine e perfomance esecutive, servizio, accoglienza, soddisfazione cliente. Chi ancora pensa che noi facciamo solo panini, non ha capito granché!
C’è qualcosa che ti piacerebbe far sapere alla gente e che ancora non sei riuscito a far emergere in maniera completa? Come reagisci alle critiche che spesso vengono fatte al McDonald’s?
Veniamo spesso descritti come mostri sfruttatori e mangia economia. Io in realtà non mi rispecchio in questa cosa. Non nego che la multinazionale americana anni 80 degli Stati Uniti qualche colpa nell’aver creato questa immagine sicuramente la ha, ma l’azienda italiana di oggi è molto altro, ci sono 170 società italiane con licenziatari che vivono sul posto e che conoscono il territorio, non siamo concorrenti diretti dei ristoranti, pizzerie o attività locali e molto spesso agevoliamo i flussi. Abbiamo sistemi di riciclo, produzione energia pulita e trainiamo l’economia con prodotti quasi esclusivamente italiani. Come dico spesso in una battuta: di americano c’è rimasta la M e la mentalità. Il resto è tutto italiano. I dipendenti sono regolarmente inquadrati con CCNL di riferimento, certo siamo sempre ristorazione, quindi per noi è difficile offrire a tutti un full time, ma l’85% dei miei dipendenti è a tempo indeterminato, lavora con me da più di due anni e spero lo facciano per molto.
Le critiche? Le critiche sono forse la miglior cosa del commercio, esattamente come i competitor. Ti costringono a migliorare, a fare meglio e a confrontarti con le tue debolezze e mancanze, ignorarle sarebbe un grande errore, ma discriminare quelle sane dalle inutili è cosa saggia.
Quanto è difficile dividerti tra lavoro e famiglia?
Io non mi divido! Io inglobo. Certo con 4 figli non è che sia facilissimo, ma questa è un tipo di imprenditoria che si fa con la famiglia oppure scoppi! Assorbe tutte le tue energie sia fisiche che mentali e solo chi ci è dentro capisce il perché passi tanto tempo sui ristoranti, perché fai mille riunioni, perché ti ostini a riempire di informazioni e nozioni i tuoi ragazzi. Mia moglie è parte attiva e fondamentale della mia gestione. Facciamo cose diverse in azienda… e forse per questo che ancora non ci scanniamo! [ride,ndr]. Anche i miei figli sono molto partecipi, si interessano e tendiamo a spiegare loro molti dei meccanismi che regolano molte delle nostre scelte in azienda. Per loro è tutto bagaglio, indipendentemente da quello che faranno da grandi. Poi per il più piccolo che ha 5 anni, sono sempre quello che fa i panini e l’Happy Meal. Vinco a mani basse!
Qual è la tua ambizione come imprenditore?
La mia ambizione è quella di creare qualcosa dove la gente viene contenta a lavorare ed è orgogliosa di essere parte di un sistema come il nostro. Mi piace che a distanza di anni guardi alcuni di loro, che hai visto veramente nascere in azienda, e li senti parlare usando le stesse parole che avresti usato tu in quella situazione, osservarli fare le scelte giuste oppure fare esattamente ciò che avresti fatto: dal cuocere le patate alle scelte decisive di acquisto merce o rinnovi dei contratti.
Vederli crescere nei ruoli, perdere le paure diventare autonomi e passare da coloro che imparano a coloro che insegnano ai nuovi! E’ una grande soddisfazione! Il resto? Secondo me se riesci a fare tutto questo…. il resto viene da solo!