Nono appuntamento con Storie a 4 zampe. Oggi Silvana ci racconta la storia di due umani, tre cani e un gatto.
“Tutto è iniziato 5 anni fa quando abbiamo deciso di comprare una casa in campagna.
Appena trasferiti ci è stato regalato un gattino nato fra i rovi a cui abbiamo dato il nome di Valentino”.
“Piccolo piccolo ha saputo subito imporre la sua forte personalità che mal si adattava ad una vita solo in casa e di famiglia. Aveva una grande proprietà dove poteva vivere libero e felice e tornare quando gli faceva comodo. Dopo tre mesi, rincasando, in un freddo pomeriggio piovoso scoprimmo in una cunetta un cucciolo abbandonato che piangeva disperato. Lo raccogliemmo e lo portammo al caldo ad asciugarsi vicino al caminetto”.
“Era traumatizzato per l’abbandono. Il giorno dopo il veterinario ci disse che il cucciolo era sano e che poteva avere più o meno 4 mesi. Gli mettemmo il nome Lampo per via della velocità con cui andava da una balza all’altra correndo fra gli ulivi ed il nostro bosco. Era un terrier dal carattere vivace, sensibile ed indomito ma nella proprietà con la casa isolata sulla collina avevamo bisogno di guardiani rassicuranti”.
“Fu per questo che la nostra scelta cadde su una copia di maremmani abruzzesi a cui l’allevatore aveva dato il nome di Re e Zarina. Così iniziò la nostra vita di due umani, tre cani ed un gatto sempre tanto insieme e capendoci tutti con pochi sguardi. Nella mia vita avevo già avuto tre pastori tedeschi con cui ero cresciuta e che sono stati splendidi animali ma credo di non fare loro torto se riconosco che i maremmani hanno qualcosa di diverso dagli altri cani. Hanno una sensibilità particolare nel capire cosa vuole il padrone da loro, nell’essere premurosi e farlo contento obbedendogli ma nel fare a modo loro quando è tempo di difendere la proprietà da volpi, cinghiali ecc”.
“Anche se ha fame Re lascia la ciotola e va a sorvegliare se lo ritiene opportuno. Non esiste buio pesto o tempo che gli impedisca di tuffarsi nelle tenebre durante le notti invernali e correre a protezione del suo bosco. Nello stesso tempo quando viene qualche estraneo a casa ma vede che noi lo facciamo entrare smette di abbaiare e lo sorveglia annusandolo tenendo sotto controllo l’intransigenza e l’eccessiva aggressività di Zarina che sottostà ai comandi di Re e non ai nostri. Mai un danno se non qualche minima cosa causata da Zarina da piccola. Lei è sempre stata un po’ più selvaggia ma nonostante tutto con noi dolcissima”.
“Ora mentre scrivo sono seduta nel bosco e loro due, poco più giù di me, seduti l’uno accanto all’altra. Sonnecchiano ma non staccano mai lo sguardo da me. E così tranquilla scorre serena la nostra vita fatta di cose semplici e di tanto amore di cui gioire come solo gli animali sanno insegnare a noi umani”.
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