In questa nuova puntata di “Storie di successo” ne raccontiamo una davvero affascinante. Una storia che parte quasi trenta anni fa, durante una vacanza ai Caraibi… Parliamo di Berto Savina, imprenditore avezzanese che definire “poliedrico” è riduttivo. Nel 1986 apre il suo primo negozio di giocattoli ad Avezzano, Primi Sogni, a cui ne seguiranno molti altri nel campo dell’abbigliamento, degli arredi e dei prodotti per l’igiene e la casa (avete presente il marchio “Tutto a mille lire”…bene, tenetelo a mente perché ne riparleremo più avanti…); nell’89 entra nel mondo ristorazione, e oggi, con la sua Essebi, è uno dei principali attori nel mercato delle mense pubbliche e aziendali (serve più di 4.500 pasti al giorno, praticamente in quasi tutte le scuole della Marsica, oltre ad ospedali e grandi aziende); nel 1992 va in vacanza a Cuba…e lì inizia un’avventura unica, che lo renderà uno degli imprenditori italiani più noto nell’esotica isola caraibica!
Allora Berto, raccontaci un po’ cosa successe quell’anno a Cuba…
“Ero andato in vacanza, attratto come molti dal fascino di quella terra. Era appena caduto il Muro di Berlino e le difficoltà economiche aprivano opportunità agli investitori stranieri. Io avevo già maturato l’esperienza con gli empori italiani “Tutto a 1.000 lire”, di cui avevo aperto il primo ad Avezzano nel 1991, e pensai che fosse una buona idea esportarli anche a Cuba. Iniziai così una lunga trattativa con lo Stato cubano, proponendo un servizio chiavi in mano sullo stesso modello, che chiamai “Todo por uno” . Dopo tre anni, nel 1995, costituii una società mista con lo Stato ed inaugurai il primo punto vendita sull’isola”.
“Tirando fuori una sola banconota, era finalmente possibile, anche per i cubani del popolo, portarsi via di tutto: dallo shampoo al detersivo per la lavatrice, dai giocattoli agli articoli da regalo. Vendevamo i primi orsacchiotti di peluche mai visti dai bambini cubani. Andarono subito a ruba. E fu l’inizio del successo”.
“Prima un negozio, poi un altro, poi, siccome funzionava, tutta l’isola…Oggi i punti vendita in tutto il paese sono oltre 150, di cui più di 50 solo all’Avana. In ognuno c’è scritto “distribuito da Italsav Avezzano”. Praticamente credo che Avezzano sia la città italiana più conosciuta in tutta Cuba!”
E così è iniziata la spola tra la Marsica, dove ha sede la sua Italsav, e L’Avana. Tre settimane in Italia, una a Cuba. Anche perché, nel frattempo, Savina non è stato con le mani in mano, avviando altre collaborazioni commerciali. Nel 2015 parte con “Agua y Jabon”, sul modello della nostra “Acqua & Sapone”: oggi rifornisce 35 negozi che vendono casalinghi e prodotti per la cosmetica. In pratica tutto ciò che riguarda prodotti per la casa e l’igiene sull’isola lo porta lui! Inoltre, con la sua ItalSav, rappresenta a Cuba marchi importanti dell’abbigliamento, come Benetton, Carpisa e Yamamay.
All’Italsav – 25mila metri quadri al nucleo industriale di Avezzano, dove, in zona franca, fanno magazzino e si preparano i container da inviare ai negozi cubani in base alle necessità – lavorano circa trenta dipendenti ad Avezzano, più quasi altrettanti sull’isola, che supervisionano l’approviggionamento dei negozi e gestiscono l’inventario.
Come hai fatto a convincere lo Stato cubano a farti avviare queste attività commerciali?
“La mia è la licenza commerciale numero 20. Praticamente prima di me ci sono solo le compagnie di trasporti per merce e turismo. Ho con lo Stato un accordo credo unico al mondo. I negozi sono di proprietà dello Stato, ovviamente, e danno lavoro a quasi un migliaio di dipendenti pubblici cubani. Questo perché a Cuba è vietata sia la proprietà privata che lo sfruttamento della manodopera. Io metto l’arredo e rifornisco la merce, in conto vendita; lo Stato aggiunge il suo ricarico, vende e poi (puntualmente, ci tiene a precisare) mi paga.
Una storia, la sua, che a un certo punto si è ovviamente intrecciata con uno dei personaggi più carismatici ed iconici della Storia mondiale, quella con la “S” maiuscola.
“Fidel Castro l’ho conosciuto in Italia nel 1996”, dice, “quando venne a Roma in visita al Papa. Ero con un gruppo di una decina di altri imprenditori italiani, tra cui ricordo Agnelli. Mi colpì la sua simpatia e disponibilità, ma soprattutto il suo carisma. Metteva soggezione solo a guardarlo”.
“È stata l’unica occasione diretta, perché sull’isola era quasi impossibile avvicinarlo. Poi nel 2006, dopo aver ceduto il potere al fratello Raul, spostò i festeggiamenti per i suoi i suoi 80 anni da agosto a dicembre (perché stava male) e gli chiesi il permesso di potergli regalare uno spettacolo di fuochi artificiali. Ottenni l’autorizzazione – immaginate cosa potesse significare far entrare a Cuba un container di esplosivi! – e fu uno spettacolo indimenticabile, visto da 500.000 persone e del quale, mi dissero, fu assai contento…”
Potremmo andare avanti a lungo a raccontare la storia di questo esemplare imprenditore avezzanese. Ad esempio, parlando del Ron Caney, il rum che viene dalla antica distilleria Bacardi confiscata nel 1959, e del quale oggi Savina è distributore unico in Italia e in gran parte d’Europa (di questo vi parleremo più in dettaglio in un articolo dedicato). Oppure, dello sbarco nel settore e-commerce, con il progetto Magic Italia, dedicata alla vendita online di lampadari, giocattoli e articoli da regalo. Attività avviate e altre da lanciare, in cui è fondamentale l’apporto dei due giovani figli, Valentina e Gianluca (“mi aiutano molto, specie nell’approccio alle nuove tecnologie, che ci permettono di stare al passo coi tempi e di gestire un business a migliaia di km di distanza“).
Vi lasciamo però con una riflessione di Berto sulla nostra Marsica e con un suo consiglio per i giovani, ma che forse dovremmo tenere tutti a mente.
“Nella Marsica non abbiamo tante risorse e la politica forse ci ha un po’ abbandonato. Prima la crisi, ora la situazione di emergenza di questi tempi. La situazione è molto difficile. Vedo tante situazioni critiche, ricevo tutti i giorni almeno 5-6 persone che vengono a chiedere lavoro (le riceveva prima dei blocchi per Coronavirus ovviamente – ndr). Quando andai a Cuba, cercai di interpretare innanzi tutto i bisogni del popolo cubano in quel momento, rispettando la loro cultura. Spero che qualcuno metta i bisogni degli italiani al centro adesso…
La mia porta sarà sempre aperta per chi ha qualità e voglia di fare. I miei collaboratori li ho sempre scelti “a pelle”, li metto alla prova, e chi mi convince avrà sempre una opportunità. (per lui, oltre al personale della Italsav, lavorano in Essebi circa 200 dipendenti, per il 90% donne e residenti nel territorio marsicano )
Quanto al consiglio per i giovani, ne ho uno solo. Di non aver paura dell’avventura. Di avere passione per quello che si fa, mettendosi sempre in gioco, dando l’anima, rischiando e non arrendendosi mai, anche nei momenti difficili. Perché se uno ci crede, le opportunità ci sono per tutti”.