Un gruppo di aziende che fattura complessivamente 50 milioni di euro. Un riferimento riconosciuto in tutta Italia come simbolo di qualità e di innovazione. Una realtà che da lavoro a centinaia di marsicani e che da più di trent’anni investe nel nostro territorio per la sua crescita economica e culturale. Questa è una sintesi del mondo Kromoss e delle sua aziende “sorelle” (i dettagli nell’intervista – ndr), che ruotano intorno alla famiglia Piccone. Abbiamo intervistato Federico Piccone, uno dei figli dello storico fondatore Ermanno, e attuale amministratore della Kromoss. Un’altra bella storia di successo!
Chi è la Kromoss?
“La storia dell’azienda è molto legata alla figura di mio padre, scomparso da poco. Lui davvero è stato uno di quegli uomini che si sono fatti da solo! Faceva il camionista, trasportava alluminio. Diventò prima commerciante di alluminio, insieme al più grande dei miei fratelli. Poi dal commercio passò alle finiture, porte, finestre, zanzariere etc… Nacque così la Kromoss, nel 1989, e da allora è stata una continua crescita fino ai giorni d’oggi. Il nostro, in realtà, è un gruppo di aziende, perché oltre alla Kromoss ci sono la storica azienda di trasporto, che è sempre rimasta attiva, poi la Kompany, che fa finestre in alluminio, pvc e legno, e infine la neonata Kopen, una startup partita 3 anni fa qui a Celano, che strizzando l’occhio a prodotti nordeuropei – e “inquinandoli “col gusto italiano e con l’esperienza Kromoss sull’alluminio – realizza porte premium di alta gamma“.
Quali le difficoltà e i vantaggi di fare impresa nella Marsica?
“La scelta di una location che non ha nulla intorno ci ha dato negli anni la possibilità di espanderci, a seconda delle esigenze, e oggi abbiamo un complesso produttivo che si estende su più di 45mila mq. Questa flessibilità è stata senz’altro un vantaggio. Le difficoltà principali credo invece siano da riscontrare nella fatica che si fa a trovare alcune competenze specifiche. Non dico a livello di alto management, ma anche a livello intermedio, manca purtroppo da noi quella cultura del lavoro e quella formazione che è invece bagaglio di chi viene da altre realtà, più abituate a rispettare le regole, le procedure“.
Però, se sei legato al tuo territorio, credo che il dovere di un imprenditore sia anche quello di dare opportunità, di evitare che la gente fugga via. E quindi, con un po’ di pazienza, se riesci ad investire in formazione, se li segui costantemente, la gente poi ti restituisce tanto. I nostri dipendenti, che oggi sono circa 230, sono quasi tutti marsicani: non sono persone che indossano una casacca, ma ce l’hanno cucita addosso!
A chi si rivolge la Kromoss?
“Trent’anni fa i primi clienti erano in Sicilia, oggi guardiamo assai più al nord: non tanto per una questione di mercato, ma di garanzia del credito, con le solite dinamiche che credo siano comuni a tutti. Ma, in generale, diciamo che vendiamo in tutta Italia. Siamo solo in tre aziende a fare finiture di alluminio conto terzi con distribuzione su tutto il territorio nazionale, e, tra questi, probabilmente noi siamo i leader di mercato, con oltre 15mila tonnellate di alluminio lavorato ogni anno. Altri hanno scelto di avere più stabilimenti distribuiti geograficamente; noi, venendo da una cultura del commercio, abbiamo preferito centralizzare e lavorare di più sulla questione logistica“.
Quali sono i vostri elementi distintivi?
“Non siamo i più economici. Ci riconoscono per la qualità e la gamma dei servizi offerti. Per noi qualità non è un concetto astratto. La Kromoss ci ha puntato fin dall’inizio. La qualità del prodotto è sempre stata nella nostra cultura, ce l’abbiamo nel DNA. Poi negli anni si sono aggiunti più prodotti e più servizi, ma sempre con la stessa tensione verso l’eccellenza“.
Oggi siamo l’unico player che offre un servizio con il quale il nostro cliente potrebbe vendere la sua merce senza mai vederla. Partiamo dal deposito per conto del cliente, con lavorazioni anche intermedie di assemblaggio. E arriviamo a fare la consegna finale al serramentista, cliente del nostro cliente. Una sorta di Amazon dell’alluminio, insomma.
Se dovessi ripercorre gli ultimi tre decenni, quali sono state le tappe principali della Kromoss?
“Le tappe importanti sono state almeno tre. Nel mondo dell’alluminio oggi si fanno circa mille tonalità di colore diverso. Fino a vent’anni fa sostanzialmente se ne facevano quattro, un bianco, un avorio, un verde e un marrone. Ci siamo allora dovuti organizzare dal punto di vista industriale per offrire l’ampia gamma che abbiamo oggi.
Poi gli effetti legno, in cui siamo leader di mercato e in cui ci siamo specializzati negli ultimi 10-15 anni. Infine i servizi “alla Amazon”, di cui abbiamo già parlato: perché al distributore, che di fatto è un commerciante, fa comodo esternalizzare molti processi, e potersi concentrare principalmente sulla vendita. Noi forse siamo gli unici in Italia che, come detto, li mettono in condizione di vendere sicuri senza vedere mai la merce. Tra l’altro senza limiti geografici, visto che possiamo consegnare con flotta nostra materiale in tutta Italia“.
Quale la tua ambizione come imprenditore?
“Mi piacerebbe avere un modello di azienda sempre avanti dal punto di vista tecnologico e del welfare. E sempre fortemente radicata al territorio. Perché sono convinto che sia nostro compito sostenerlo, non solo dal punto di vista economico, ma anche culturale“.