Immaginate la provincia abruzzese degli anni Venti. Gaetano Sergiacomo, figlio di mugnai e padre di sei figli, decide di affrancarsi dall’attività di famiglia e aprire un pastificio. La pasta di “Tanuccio” si fa subito apprezzare, e se ne parla: dapprima localmente, poi, via via, entro confini sempre più ampi. Un paio di generazioni dopo, Rustichella d’Abruzzo è un marchio di pasta artigianale affermato ed utilizzato dai migliori chef del mondo, distribuita in ben 70 paesi. Abbiamo incontrato Maria Stefania Peduzzi, nipote del fondatore, che oggi insieme al fratello Gianluigi porta avanti con orgoglio e progettualità una bella storia di successo di una famiglia abruzzese. Una storia che siamo felicissimi di raccontare.
“Tutto è iniziato con mio nonno, col pastificio Sergiacomo, aperto a Penne nel 1924. Ma il sognatore in famiglia è stato mio padre Piero: mentre tutti i fratelli si dedicavano a studi in vari campi, lui, in un periodo in cui nomi come Barilla e De Cecco iniziavano ad affermarsi come grandi marchi nazionali, decide di iniziare a produrre la “pasta nera”, quella con semole integrali. Si veniva dal periodo storico della Guerra e del Dopoguerra, in cui nei mulini macivanano di tutto, con materie prime meno pregiate perché la semola non veniva raffinata.
Siamo negli anni Settanta. Il nome cambia in Rustichella d’Abruzzo, più coerente con il prodotto “rustico” su cui aveva puntato, e con la donna di scanno come effige, a simboleggiare il fortissimo attaccamento al territorio e alla tradizione.
Mio padre, oltre a imporre l’utilizzo delle trafile in bronzo, affinché la pasta potesse meglio trattenere il condimento, decide di riproporre le vecchie confezioni di carta, quelle di una volta. Ma questo attaccamento alle proprie radici e alla tradizione si affianca, fin da subito, con la volontà di espandersi verso l’estero. Mio fratello, appena ventenne, fu così spedito dai parenti residenti negli Stati Uniti e da lì il brand Rustichella d’Abruzzo inizia a diffondersi”.
“La qualità del prodotto e l’internazionalizzazione sono state da subito le direttrici dello sviluppo. Ciò a portato, nel tempo, l’azienda ad essere più conosciuta fuori l’Abruzzo e fuori l’Italia: i nostri prodotti sono utilizzati dai migliori chef in tutto il mondo e abbiamo avviato anche importanti collaborazioni in paesi lontani, come l’India, dove abbiamo esportato non solo il nostro know-how, ma anche il modo di impostare e gestire la società, secondo un modello europeo che passi attraverso un maggior rispetto delle regole, del lavoro e delle procedure”.
“Un fattore determinante per la crescita dell’azienda sicuramente è stato quella di essere presente, già negli anni Ottanta, come marchio premium, sinonimo di eccellenza artigianale made-in-Italy, in un mercato importante come quello degli Stati Uniti. E poi nostro elemento distintivo è forse la coerenza: non abbiamo mai abbandonato la tecnica di produzione artigianale degli inizi, avendo solo ottimizzato con la giusta tecnologia quei processi che potevano essere standardizzati e resi più efficienti”.
“Siamo stati forse i primi in Abruzzo a parlare di filiera corta e a coltivare un grano 100% abruzzese, prima che scoppiasse tutto il caos dei grani di importazione”
(ricordiamo che, purtroppo, l’Italia è invasa da grani a basso costo provenienti da Canada, Ucraina e altre regioni del mondo, dove i controlli sulla qualità e sulla salubrità, sia nelle coltivazioni che nel trasporto, sono carenti, portando sulle nostre tavole paste senza alcuna garanzia – ndr).
“Abbiamo iniziato, ormai quasi vent’anni fa, a fare i primi accordi con produttori locali di grano, lanciando una linea genuina, identitaria, tutta abruzzese, che abbiamo chiamato Primo Grano, a ricordare il modo in cui lavorava mio nonno e a comunicare l’autenticità di una filiera tutta regionale. Una filosofia che abbiamo allargato anche ad altri prodotti tipici e rari della nostra bella regione – come il Pomodoro a Pera, il fagiolo Tondino del Tavo, o l’olio Intosso – con l’idea di fare un pacchetto completo tutto made-in-Abruzzo”.
“La scelta iniziale di non essere presenti nella grande distribuzione in Italia, inevitabilmente, non ci ha fatto conoscere alle grandi masse. Dovevamo, in qualche modo, rompere questo “muro”, e allora, in deroga a questa scelta, abbiamo concesso i nostri prodotti ad alcune realtà distributive locali che comunque cercano di fare qualità”.
La mia ambizione, come azienda, è farmi conoscere di più in Abruzzo e in Italia e continuare a essere vista come una realtà sicura, affidabile, concreta e autentica, che sappia continuare a fare buona pasta al di là delle dinamiche del mercato
Rustichella d’Abruzzo usa solo farine selezionate, acqua pura di montagna, trafile in bronzo ed essiccazioni lunghe a bassa temperatura (fondamentali per non “cuocere” e seccare troppo il prodotto – ndr). La gamma di prodotti comprende diverse linee e formati: pasta di semola di grano duro, pasta biologica, Linea Primograno con le antiche varietà di grano duro abruzzese, Linea Zerotre per l’infanzia, pasta all’uovo, pasta speciale aromatizzata. E poi sughi, condimenti, sfiziosità sotto vetro, olio extravergine d’oliva Dop Aprutino e tante altre bontà.
Insomma, voi numerosissimi lettori con l’Abruzzo nel cuore e che ci seguite da tutta Italia, cercate questa eccellenza della nostra amata regione e fateci sapere!