«Fai tutto come se quella che stai costruendo sia una casa in cui andrai a vivere con la tua famiglia». Non è che questo il segreto che riassume la storia di successo dell’impresa edile Santellocco. E queste sono le parole di Ezio Santellocco, di Luco dei Marsi, scomparso un paio d’anni fa, padre di Carlo e Angela, i due figli che portano avanti con orgoglio la società edile che ha il nome di famiglia.
Come nasce la Santellocco Costruzioni
«Siamo originari di Luco dei Marsi ma abbiamo costruito soprattutto ad Avezzano», racconta Carlo Santellocco, che a 53 anni vanta un’esperienza sul campo che ha appreso quasi interamente dal padre.
Negli uffici in Piazza del Castello, ad Avezzano, ce ne sono diverse di foto di suo padre Ezio e quando racconta la storia dell’impresa che porta avanti insieme alla sorella, l’uno dirigendo l’area tecnica, l’altra quella amministrativa, si percepisce ancora molta emozione che viene da una grande gratitudine.
«Mio padre ha imparato il mestiere in Svizzera. Era il tempo in cui l’Italia si era costretti a emigrare e come lui in tanti scelsero quella strada», spiega Santellocco, «al ritorno ha fatto tutto da solo, piano piano, non scoraggiandosi mai e facendoci vivere il suo lavoro in tutto, anche nella fatica. Io ho imparato tutto da lui, mi ha insegnato anche come intrattenere i rapporti con i professionisti del territorio con i quali collaboriamo ormai da decenni e con i nostri collaboratori. Ora abbiamo fissi cinque dipendenti ma ci sono stati tempi in cui per la società lavoravano una quarantina di persone».
La crisi del settore dell’edilizia e la scelta di lavorare sul territorio in cui si è cresciuti
«La crisi del settore è innegabile ma non solo in questo territorio, lo è in tutto il nostro Paese», va avanti Santellocco, che in tutti questi anni ha sempre preferito lavorare nell’edilizia privata e non in quella pubblica.
«Noi acquistiamo i terreni e costruiamo dall’inizio alla fine dei complessi residenziali più o meno grandi. Sicuramente ad aver strozzato il settore è anche la burocrazia che negli anni al posto di essere alleggerita è stata sempre più imbrigliata. Noi ora diamo lavoro a cinque padri di famiglia della nostra terra.
Quando non lavoriamo ad Avezzano siamo su Luco.
Da sempre utilizziamo per i lavori le maestranze locali, che vanno dalla falegnameria agli impianti idraulici.
Sono tutte ditte del posto come sono del posto i professionisti con i quali ormai abbiamo rapporti di collaborazione costanti nel tempo, legati da empatia e rispetto reciproco».
«Qualche anno fa la situazione si è un po’ sbloccata grazie al Sisma Bonus
e sempre grazie alla collaborazione con i professionisti
che fanno parte ormai del nostro gruppo di lavoro,
diversi clienti sono riusciti ad approfittare delle detrazioni fiscali che offriva».
I lavori ad Avezzano
Intorno agli anni ’80/’90 abbiamo lavorato in diverse zone dell’area nord della città di Avezzano realizzando complessi residenziali su via don Minzoni, in Piazza Castello e in via Sabotino. Si tratta di palazzine, in altri casi di piccoli complessi che hanno contribuito alla riqualificazione di intere aree, grazie all’utilizzo di materiali diversi, che guardano verso un futuro più sostenibile.
Serena, neo ingegnere-architetto: nel futuro nuovi progetti e investimento sulla comunicazione
Quando una famiglia ha un’azienda, non importa quanto sia avviata o meno, non è mai scontato che poi i figli né tanto più i nipoti, seguano le orme dei genitori o dei nonni.
Non è il caso dell’impresa edile Santellocco che da poco ha “accolto” Serena De Cristofaris, figlia di Angela, neo ingegnere-architetto, laureata all’Università degli Studi dell’Aquila.
Serena fa parte degli studenti che hanno scelto di formarsi all’Aquila e hanno continuato a farlo anche dopo il terremoto del 2009.
«Si può dire che l’anno del terremoto è stato l’inizio del mio percorso di studi», racconta Serena, «ho amici e conoscenti che hanno studiato altrove ma io ho sempre pensato che nessun’altra facoltà fosse capace di darmi le stesse competenze che ho acquisito all’Aquila.
Ho scelto questo mestiere perché è difficile non sentirsi parte di un grande progetto che è stata la “vita” per la mia famiglia.
Purtroppo spesso in questo lavoro non si è facilmente credibili se si è donne e si è giovani ma io ho la forza per farmi valere.
Scardinare l’idea persistente del calcestruzzo nelle precedenti generazioni è difficile
ma anche se a volte mi ritrovo anche a scontrami con i miei,
apprezzo tanto il fatto che poi,
davanti al cambiamento sono curiosi,
si attivano e preferiscono anche loro guardare verso un futuro più sostenibile.
Ed è proprio con il mio percorso di studi che riesco ad abbinare alla competenza e all’esperienza della società di famiglia l’estro di un architetto con gli ‘schemi più rigidi’ che possono essere quelli di un ingegnere».
«Negli anni la società si è fatta un nome ed è cresciuta con rapporti consolidati con i clienti e il passaparola», dice, «sicuramente con il mio arrivo cercheremo ora di crescere anche con la comunicazione. Ormai social, sito internet, portali in generale, sono diventati strumenti essenziali nella vita delle persone e quindi anche per far conoscere i propri lavori in territori diversi da questo».
Alla domanda se anche lei ha ereditato qualcosa dal lavoro del nonno risponde semplicemente:
«La passione. Nonno Ezio ci ha lasciato a tutti in eredità la passione per quello che faceva».