Canistro. “Le nostre segnalazioni non sono state ascoltate: da 5 anni supportiamo i nostri pazienti con uno sforzo, anche economico, enorme. Saremo costretti a chiudere un servizio salvavita se entro 60 giorni non avremo risposte dalle Istituzioni. Bisogna trovare una soluzione”.
Così in una nota Cristopher Faroni, direttore generale del Gruppo sanitario privato Ini, ufficializza la chiusura, entro due mesi, del servizio dialisi nella clinica di Canistro (L’Aquila), dove dal 2018 vengono effettuate prestazioni ad una
quindicina di pazienti, in estate il doppio, della Marsica sia pure senza accreditamento.
Il servizio è stato in convenzione con il servizio sanitario nazionale fino al 2017 quando Canistro è diventata riferimento per la monospecialistica in ortopedia. L’annuncio della proprietà del Gruppo Ini, operante nel Lazio e in Abruzzo, ha provocato la mobilitazione dei pazienti e delle loro famiglie che ieri hanno inscenato un sit in di protesta davanti alla struttura sanitaria. Bersaglio della mobilitazione la Regione Abruzzo e la Asl provinciale dell’Aquila invitata a ripristinare il convenzionalmento oer un servizio salvavita.
I pazienti sarebbero costretti ad andare a Castel di Sangro (L’Aquila) o Rieti, visto che, secondo quanto si apprende, all’ospedale di Avezzano (L’Aquila) non ci sono posti. Al sit-in erano presenti tra gli altri il direttore generale della clinica, Giampiero Orsini, il primario del servizio di dialisi, Nusca e il sindaco di Canistro, Gianmaria Vitale. “Nel 2017 è stata commesso un errore – ha spiega il sindaco nel corso del sit-in -. Chiediamo alla Regione e al manager della Asl 1, innanzitutto, di prevedere per il momento l’attivazione di una convenzione temporanea in attesa dei nuovi bandi di accreditamento, in modo da riconoscere di nuovo il rimborso per il servizio prestato. Mi sento di dire che c’è stato ascolto e che ci sono buone possibilità di soluzione”, ha concluso il sindaco.
“In queste ultime ore i pazienti dializzati assistiti all’Ini Canistro si sono mobilitati spontaneamente per protestare ed evitare l’interruzione dell’erogazione del servizio di dialisi nella struttura marsicana del Gruppo Ini”, spiega ancora il direttore generale. Da 5 anni Ini Canistro, per spirito di servizio ed etica professionale, continua a supportare i pazienti dializzati in assenza di alcun rimborso da parte della Regione. Ora la situazione è realmente insostenibile per la struttura e questo implica anche scelte dolorose, che mai avremmo voluto prendere in considerazione. La Regione ha preso l’impegno di regolarizzare la situazione autorizzativa e amministrativa in tempi brevi, tuttavia se questo non dovesse accadere entro 60 giorni saremo costretti a chiudere il reparto”.
“Siamo addolorati per i nostri pazienti molti dei quali sono in cura da noi da molti anni e con cui si è ormai instaurato anche un rapporto personale”, continua Faroni nella nota.
“Abbiamo colto il loro sgomento e preoccupazione, ma anche comprensione per una problematica che non può essere prorogata ulteriormente. La mobilitazione spontanea di questi giorni penso possa essere letta anche come testimonianza dell’apprezzamento del servizio reso da Ini Canistro in questi anni. Confidiamo quindi in un riconoscimento urgente da parte delle istituzioni: Ini Canistro è una risorsa strategica per la salute sul territorio”.
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