Canistro. “La società Santa Croce potrà mantenere al massimo 40 lavoratori, sui 75 attuali, nello stabilimento di Canistro. E’ quanto dichiarato nel corso dell’ultimo incontro, in Regione, alla presenza del vice presidente, Giovanni Lolli, di Confidnustria L’Aquila, dei vertici aziendali e delle organizzazioni sindacali. Una situazione che lascia forti dubbi sul futuro produttivo della fabbrica”. A dichiararlo sono Franco Pescara, segretario regionale Fai-Cisl e Leonardo Lippa, della Uila-Uil. Alla riunione erano presenti Fai-Cisl, Flai -Cgil e Uila- Uil. “Il percorso che abbiamo tentato di intraprendere”, spiegano Pescara e Lippa, “era quello della mobilità volontaria per una trentina di lavoratori, dato che l’azienda si è dichiarata disponibile a mantenere in organico al massimo 40 unità. Attualmente sono al lavoro 25 dipendenti, a rotazione. Ma la Santa Croce ha messo sul tavolo della trattativa delle somme assolutamente esigue per l’esodo incentivato, che rischiano di far sfumare anche questa opportunità”. Per Pescara e Lippa “la situazione è nebulosa. La Santa Croce dice di aver vinto l’appalto trentennale, promosso dalla Regione, per la concessione all’imbottigliamento dell’acqua. Di contro, la Regione afferma che, per rendere esecutiva l’operazione, mancano il Durc e la conferma del mantenimento dei livelli occupazionali”. Proprio a quest’ultima voce, si legano le richieste delle organizzazioni sindacali. “Chiediamo chiarezza sull’intera operazione. L’ultimo incontro non ha sciolto i dubbi sul futuro dello stabilimento Santa Croce di canistro. La Regione deve necessariamente legare la concessione al mantenimento dell’occupazione. In alternativa, si potrebbe procedere”, concludono Pescara e Lippa, “alla proroga temporanea della concessione, per due anni al massimo, in attesa della presentazione di un vero piano industruale, che preveda investimenti su Canistro, in particolare sul settore commerciale, di cui l’azienda al momento è sguarnita, oltre che sulla differenziazione del prodotto”.