Avezzano. Un indicatore di rischio inferiore allo 0,2 e quindi di una struttura tecnicamente al limite del collasso, come viene definita dagli esperti. E’ quanto emerge da uno studio sull’ospedale di Avezzano commissionato dalla Regione e dalla Asl Avezzano Sulmona e consegnato a gennaio del 2009. FIno a ora, però, nessuno se ne era curato. La Asl è già impegnata a “velocizzare l’iter per il nuovo presidio”, ha spiegato il direttore generale Rinaldo Tordera, “nel frattempo ci saranno azioni di miglioramento sull’attuale struttura”.
La relazione è stata stilata dalla Studio Kr e associati Srl e diretto dall’ingegner Giovanni Kisslinger, esponente di rilievo nel settore e presidente della Consulta delle Regioni dell’Oice (Organizzazioni italiane di ingegneria, architettura di Confindustria), e dall’ingegner Francesco Ruvidi. Riguarda la “Verifica della vulnerabilità sismica degli edifici e del presidio ospedaliero di Avezzano, lotto Aq14 ai sensi dell’Ordinanza del presidente del consiglio dei ministri (Opcm) 3502/2006”. Il problema di rilievo riguarda il “Corpo di fabbrica “B”, una delle ali principali dell’ospedale e l’indicatore di rischio è molto basso. Come riportato in un servizio di Pietro Guida sul Centro del 16 novembre 2016, l’indicatore va da 0,138 a 0,245. Secondo i progettisti che hanno eseguito lo studio, lo stato limite del danno lieve è condizionato dalla “ritotta resistenza di una trave di copertura”. Un rinforzo locale di questa trave, sempre secondo i tecnici, sarebbe sufficiente a incrementare l’indice di rischio da 0,138 a 0,501 e quello di 0,245 a 0,625. La cifra di 0,13 significa, secondo gli esperti, che l’edificio è in grado di assorbire un sisma nell’ambito del 13 per cento che abbia un’accelerazione massima pari al 13 per cento del massimo che uno ci si aspetti in quella zona. Tra i possibili interventi di miglioramento vengono consigliati “l’inserimento di sistemi strutturali integrativi” e “un’incamiciatura in acciaio”. Migliori ma non soddisfacenti, gli indici per l’altro corpo principale, quello “A”, con valori che vanno da 0,408 a 0,421.
Ma la situazione dell’ospedale di Avezzano non è isolata rispetto ad altri casi d’Italia. Una relazione presentata nel 2013 dalla commissione parlamentare d’inchiesta presieduta da Ignazio Marino riporta il risultato di una indagine fatta su 200 strutture italiane. “Il 75 per cento degli edifici verificati presenterebbe un indicatore di rischio di stato limite di collasso compreso tra lo 0 e lo 0,2, quindi carenze gravissime. Se cioè si verificasse un terremoto particolarmente violento con magnitudo superiore a 6,2-6,3, il 75 per cento degli edifici in questione crollerebbe”.
Il manager Tordera, che ha ereditato una situazione difficile, ha già preso in mano la questione. “L’ospedale di Avezzano come progettazione risale agli anni 60″, spiega, “ed è per questo che stiamo velocizzando l’iter per la costruzione del nuovo presidio senza trascurare quello esistente su cui sono stati già effettuati interventi di miglioramento in numerosi reparti. L’attuale ospedale”, dichiara Tordera, “fu realizzato con criteri che ovviamente non potevano essere quelli antisismici di oggi e dunque è chiaro che si tratta di un modello edilizio superato, con casi analoghi in tutta la regione; una situazione assai pregressa che abbiamo ereditato, per superare la quale ci siamo subito messi all’opera. Proprio nei giorni scorsi la regione ha dato ulteriore impulso alle procedure già avviate in precedenza, dando il via libera alla realizzazione del nuovo ospedale di Avezzano. C’è la massima attenzione, da parte nostra, nel seguire tutto l’iter di un progetto che darà alla Marsica un presidio all’altezza delle sue esigenze e in linea con i nuovi modelli edili antisismici. In attesa della nuova struttura”, aggiunge Tordera, “la cui realizzazione comporterà ovviamente determinati tempi tecnici, stiamo cercando di migliorare la qualità dell’attuale ospedale. Abbiamo infatti programmato 3 milioni e mezzo di euro per riammodernarlo in alcune parti come chirurgia e centro trasfusionale, i cui locali sono già stati rifatti, a cui seguiranno interventi su altri reparti. Un’azione che funge da cerniera tra un presente che va garantito e migliorato e un futuro già avviato che darà totali garanzie sul piano della sicurezza, assicurando un salto di qualità anche nell’organizzazione dei servizi”. Per tutti questi motivi è necessario dare la priorità alla realizzazione del nuovo ospedale che deve assolutamente avvenire in tempi record per ridurre al minimo i rischi sulla sicurezza.