L’Aquila. L’analisi conferma la speculazione in corso sul latte alimentare che agli allevatori viene pagato ben al di sotto dei costi medi di produzione che sono saliti a 46 centesimi al litro. E’ quanto denuncia la Coldiretti nel commentare l’analisi sui costi di produzione del latte effettuata dall’Ismea, Ente vigilato dal Ministero delle Politiche Agricole.
“L’Ismea conferma”, riferisce la Coldiretti, “che il settore del bovino da latte è tra i più esposti all’incremento dei costi di produzione, innescati dalle tensioni dei prezzi delle materie prime, cresciuti solo a dicembre del 13% rispetto all’anno precedente. Facendo riferimento a una delle tipologie aziendali più rappresentative dell’allevamento italiano e considerando oltre all’alimentazione e alla bolletta energetica, anche l’incidenza delle componenti fisse (ammortamenti e interessi sul capitale impiegato), il costo medio di produzione del latte risulterebbe pari a 46 centesimi/litro. Un valore molto piu’ alto di quello pagato agli allevatori che sono costretti a lavorare in perdita in quanto non è possibile fermare la produzione di latte nelle stalle”.
“Se i prezzi per le famiglie corrono i compensi riconosciuti agli agricoltori e agli allevatori non riescono neanche a coprire i costi di produzione con il balzo dei beni energetici che si trasferisce a valanga sui bilanci delle imprese agricole costrette a vendere sottocosto”, afferma Coldiretti Abruzzo ricordando che, “in regione c’è in gioco un settore che conta 60 mila capi bovini di cui 15.000 vacche da latte e oltre 500 aziende specializzate nella produzione di latte bovino che garantiscono occupazione e prodotti controllati e di qualità: con un prezzo alla stalla di 39 centesimi al litro aumentano le difficoltà per le imprese ed è sempre più difficile per gli allevatori mantenere il presidio del territorio”.