Avezzano. Spese da milioni di euro per la sistemazione degli studenti delle scuole di Avezzano che potevano essere evitate. E’ questa una delle tesi accusatorie della Procura dell’Aquila nei confronti del direttore generale della Provincia, Valter Specchio, arrestato tre giorni fa nell’ambito di un’inchiesta relativa alle gare con cui sono stati affidati i lavori di rifacimento delle scuole. Un piano straordinario da 221 milioni.
Ma i trasferimenti in alcune sedi degli studenti di diverse scuole avezzanesi, secondo il Gip Giuseppe Romano Gargarella, firmatario dell’ordinanza di custodia cautelare, potevano essere evitati. In realtà, sempre secondo l’accusa, dietro queste manovre della Provincia, manovre non indispensabili ma dispendiose, ci sarebbe proprio Specchio che avrebbe procurato «ad altri l’ingiusto profitto pari all’importo delle economie di gara». Spese che «non avevano il loro fondamento nell’amministrazione corretta della cosa pubblica». «Poco più di tre mesi di ospitalità degli studenti della Scientifico», si legge nel provvedimento, «sono costati 4 milioni di euro. Quando i presidi degli istituti interessati e altri soggetti istituzionali avevano già individuate soluzioni alternative dai costi minori».
Anche le dichiarazioni rese dall’ex preside dello Scientifico, Angelo Bernardini, in merito all’ospitalità degli studenti, erano state bocciate se pur suffragate da una oggettiva valutazione descritta in un organico piano operativo basato anche sul “dimensionamento” degli Istituti. Valutazioni che, secondo il giudice «si pongono nel solco di tutte le altre dichiarazioni rese dai dirigenti scolastici: erano praticabili e proposte soluzioni che avrebbero contenuto notevolmente la forte spesa sostenuta». Bernardini riferisce che il piano operativo da lui proposto era stato, in un primo momento, ritenuto valido dalla Provincia in quanto improntato al principio di economicità. «Successivamente, però», spiega il Gip, «il Presidente della Provincia gli comunicava che la direttrice Regionale Scolastica, “non aveva voluto applicare tale proposta per
l’ospitalità”».
In sostanza, nonostante Bernardini avesse individuato soluzioni alternative, redigendo un preciso piano operativo la cui attuazione avrebbe comportato un notevole risparmio economico, come confermato dagli
assessori Provinciali (Fattore e D’Eramo), di fatto non venne preso in considerazione.
Il preside aveva proposto nel corso della conferenza di servizio del 30 settembre 2009 una soluzione che suggeriva di eseguire i lavori di messa in sicurezza prima in uno dei due corpi della struttura, e successivamente nel secondo, in maniera da poter ospitare vicendevolmente tutti gli alunni. La quota eccedente (data la differenza di grandezza dei due corpi di fabbrica) poteva essere ospitata in sedi esterne.
La proposta non fu accettata perché, secondo il Presidente della Provincia, le soluzioni proposte per
l’ospitalità degli studenti erano state ritenute inapplicabili da parte della dottoressa dell’ufficio Scolastico Regionale. «Ma questo», sostiene il giudice, «era solo un escamotage: i riferimenti contenuti anche in
entrambi “i verbali di somma urgenza” redatti da Specchio … sulla base della nota datata 1 agosto 2011 a firma della direttrice Regionale Scolastica nella quale è manifestata la volontà di svolgere le attività didattiche in strutture prefabbricate provvisorie piuttosto che ricorrere ai doppi turni, in realtà mirano a giustificare l’adozione di tali atti e le decisioni in essi assunte». Quindi, secondo il gip, Specchio, attraverso il riferimento alla nota di agosto, avrebbe «strumentalizzato un documento privo di protocollo».
Specchio, dunque, attraverso una «falsa dichiarazione di urgenza contenuta nel verbale da lui redatto il 20 agosto 2011», avrebbe «attuato un disegno … diretto a procurare ad altri l’ingiusto profitto pari all’importo delle economie di gara derivanti dai lavori di messa in sicurezza degli Istituti avezzanesi mediante induzione in errore della Regione Abruzzo e del commissario delegato per la ricostruzione dei territori colpiti dal sisma del 6 aprile 2009. Secondo il Gip, infine, «che le scelte attuate da Specchio per l’ospitalità degli studenti avezzanesi non avessero il loro fondamento nell’amministrazione corretta della cosa pubblica è dimostrato anche dal fatto che è accaduto invece per le scuole di Sulmona l’esatto contrario». Un problema, quello della collocazione degli studenti che finì anche in consiglio comunale e ci fu un’interpellanza del consigliere Roberto Verdecchia, allora componente della minoranza.