Avezzano. A 24 ore dall’elezioni che porteranno nuove amministrazioni in 11 Comuni della Marsica sulla scena politica arriva Pierfrancesco Bencivenga, fondatore e membro di Linkidea, che fa un quadro della situazione che si sta delineando nel territorio.
Siamo a una svolta epica della politica, si costituiscono i comitati per il sì e il no al referendum costituzionale. Come associazione Linkidea aveva lanciato molte iniziative ora cosa farete? Io credo che sul referendum costituzionale, tema centrale dei prossimi mesi, sia già iniziata la divisione tra tifoserie politiche, specialmente tra renziani e antirenziani. Credo altresì che la sfida vera per il Paese sia quella di alzare l’asticella del confronto politico e culturale, coinvolgendo i cittadini e cercando di non incappare in una campagna referendaria contro o a favore di Renzi o chicchessia. Ritengo sia da evitare la classica coalizione “contra personam” che, come abbiamo visto con Berlusconi, va a vantaggio dell’unico leader con pessimi risultati politici ed economici.
Ci si dovrebbe invece focalizzare sul contenuto della riforma partendo dal presupposto che le norme non hanno un nome bensì un oggetto. Sicuramente la riforma poteva essere fatta meglio e presenta alcuni punti di carenza poco chiari, tuttavia ad Ottobre si dovrà scegliere se cambiare o meno. Votare no al referendum, oltre a rafforzare una Carta Costituzionale che prevede un iter legislativo troppo lungo frutto di un bicameralismo perfetto non funzionale, troppi Parlamentari, e un rilevante deficit di potere esecutivo, vorrebbe dire porre la pietra tombale sulle riforme costituzionali almeno per i prossimi 15 anni.
Noi di LinkideA siamo tendenzialmente a favore del cambiamento e certamente prenderemo una posizione chiara ma prima ci adopereremo in qualche iniziativa di approfondimento sul tema che darà voce ai vari punti di vista. Probabilmente ci confronteremo tra noi e decideremo anche se impegnarci con un comitato per il sì o per il no.
Non sempre giovani fa rima come successo elettorale e capacità amministrative. Ci troviamo a pochi giorni dalle elezioni per il rinnovo del consiglio comunale in 11 comuni del territorio. Quale è a vostro avviso il messaggio che dovrebbe passare e quali le persone da scegliere? Non bisogna mai scadere nel giovanilismo fine a se stesso ma, presupponendo competenza e onestà, partiamo dal presupposto che già quando un giovane si impegna per la comunità e affronta una competizione elettorale, si ha un successo sociale. Certamente può accadere che non si vinca, ma se si crede davvero in ciò che si fa non si può che persistere e alla fine raggiungere l’obiettivo. Mi viene da pensare ad un gruppo giovane di Tagliacozzo che già 5 anni fa sfiorò la vittoria con la lista Prospettiva Futura. Pur perdendo, il giorno dopo le elezioni, il gruppo ha ripreso a lavorare per il proprio territorio ed oggi è nuovamente in corsa per il comune con il candidato sindaco Vincenzo Giovagnorio, splendida persona, onesta e competente, che tantissimo ha fatto con LinkideA quando gli abbiamo chiesto di assumere la carica di Presidente. Non ho dubbi che uscirà vincente e con la sua squadra farà tanto e bene per Tagliacozzo.
Penso che in molte realtà i cittadini debbano avere il coraggio abbracciare il ricambio generazionale; proprio dalla vostra testata, a Febbraio, ho letto la bellissima dichiarazione del Sindaco di Scurcola Marsicana Nuccetelli in cui invitava i giovani a scendere in campo. Oggi nello stesso comune c’è Nicola De Simone, candidato sindaco per la lista Il Paese che Vorrei, giovane da sempre impegnato per la propria comunità. Chiaramente LinkideA non può che sostenere queste liste guidate da giovani e ci auguriamo lo facciano anche i cittadini. Ci sono tanti esempi virtuosi di giovani amministratori nella Marsica.
Requisito essenziale è che nei candidati ci sia competenza, onestà e concreta voglia di fare in aggiunta ad una sana ambizione. In un periodo di ristrettezza economica e di difficoltà finanziaria dei comuni, occorre che chi aspira ad amministrare si ponga obiettivi importanti per il territorio e per la comunità. Mi faccia dire che piuttosto che candidarsi per curare piccoli interessi personali o di ristretti gruppi di persone, ricercando il piatto di lenticchie, meglio stare a casa e preservare la propria integrità morale!
Il prossimo anno toccherà ad Avezzano. Dodici mesi che sembrano tanti e invece sono molto pochi. Già si stanno delineando due schieramenti: chi sta con Di Pangrazio e chi contro. E’ questa la ricetta giusta? In realtà fatico a capire chi sta con Di Pangrazio e chi sta contro. Alcuni che fino a qualche tempo fa stavano con lui ora sembra stiano contro mentre quelli che stavano contro ora sono in maggioranza. Tuttavia non ci metterei la mano sul fuoco, magari in queste ore ci sono stati altri cambiamenti o ce ne saranno nel corso dell’anno. La questione non mi mi appassiona particolarmente.
È notorio che personalmente ho un giudizio complessivamente negativo dei 4 anni dell’amministrazione Di Pangrazio, eccezion fatta per un paio di assessori il cui operato mi sembra distinto e a tratti inorganico rispetto al Sindaco; tuttavia posto che la coerenza dovrebbe essere un must se si vuole ridare credibilità alla classe politica, il punto non è il Sindaco Di Pangrazio e chi sta con o contro. In città ci sono tanti movimenti; cene, telefoni che squillano, incontri in camera caritatis, tuttavia si parla di nomi e non di progetti e proposte. Sinceramente se l’alternativa a Di Pangrazio, il cui indice di gradimento è molto basso secondo il noto sondaggio, è un gruppo costituito anche da chi fino a ieri stava con lui, da chi semplicemente è contro, magari per questioni di palazzo non riguardanti i cittadini, o anche da chi ha solo velleità personali, non vale la pena nemmeno discutere.
Qualora invece, come auspico, si incentri il confronto su un’idea di città diversa da quella del Sindaco Di Pangrazio, con focus sul problema sicurezza, sulla possibilità di dare nuova linfa al nucleo industriale e ossigeno ai commercianti, sulla definitiva soluzione dei problemi della facoltà di Giurisprudenza, sulla pianificazione di lavori periodici sulle strade, così da evitare i “rattoppi” che lasciano il tempo che trovano, su un diverso sfruttamento delle risorse, delle aeree, degli impianti sportivi, sono certo che come associazione LinkideA sapremo dare il nostro contributo in termini di idee, partecipazione e magari di sforzo elettorale. Ovviamente per quel che ci riguarda, alla base di qualsiasi confronto o dialogo, deve esserci credibilità e progettualità. Poi come dice Lei, un anno è lungo; vediamo come evolveranno le situazioni.
Oggi fare politica è sempre più difficile e sempre più raro. Cosa e chi vi spinge ad andare avanti? Partendo dal presupposto che il medico non ci ha ordinato di fare politica e ognuno di noi ha una vita impegnata dagli studi e dal lavoro, si può facilmente intuire che ciò che ci anima è la passione e la voglia di incidere sulle scelte che riguardano noi e il nostro territorio. LinkideA è nata per questo come un laboratorio di idee aperto a chiunque, libero ed onesto, avesse voglia di partecipare. Siamo cresciuti ad Avezzano e nella Marsica nel corso dei 3 anni e puntiamo ulteriormente a crescere cercando di motivarci l’uno con l’altro. Se si intende la politica quale impegno disinteressato per il proprio territorio e per la propria comunità, non si deve necessariamente amministrare; anche il volontariato, la promozione di attività cultuali e sociali incarnano perfettamente l’essenza della politica.
Intanto i partiti sono sempre più a corto di tesserati. Cosa pensate di questo fenomeno? C’è da dire che da un po’ di tempo a questa parte, le due più grandi forze politiche del Paese, il Movimento 5 Stelle e il Partito Democratico, si sono rafforzate a livello partitico e strutturale, quindi ci sembra che la crisi dei partiti stia in qualche modo attenuandosi. Sicuramente è venuta meno l’assidua partecipazione a cui eravamo abituati nella prima repubblica ma non pensiamo sia un male; ciò è accaduto già nelle altre grandi democrazie occidentali.
Non necessariamente per far politica bisogna essere iscritti ad un partito. Il problema da affrontare sarebbe piuttosto quello del ricambio delle persone che compongono le strutture del partito nonché la necessaria rilegittimazione dell’entità partito, quale garanzia di onestà ed etica dei membri che ne fanno parte. Mi spiego: se l’entità partito è forte è molto più probabile che per il bene dello stesso, un soggetto che abbia posto in essere comportamenti non consoni o illeciti, venga stigmatizzato e allontanato. Se viceversa il partito è debole, si avrà una forza dei suoi membri, che magari rivestono anche alcune cariche, tale da far sentir questi intoccabili ed immuni da qualsiasi giudizio etico e politico. Ciò come abbiamo visto crea un danno per tutta la classe politica e per il Paese.
Circa i partiti si dovrebbe ripensare il funzionamento e magari prendere spunto dai sistemi inglese e tedesco.