Prosegue lo Spazio politica lanciato da MarsicaLive per riportare al centro il dibattito e le tematiche genuine della politica. Questa settimana è stato intervistato Giorgio Fedele, portavoce del Movimento 5 Stelle di Avezzano.
1) I dati forniti dalle agenzie specializzate in sondaggi ci parlano di stanze di partito sempre più vuote. Come è possibile che negli anni gli iscritti ai partiti siano sempre di meno?
E’ sufficiente esaminare i risultati prodotti dalla politica dei partiti in questi ultimi decenni per comprendere il perché gli iscritti, ovvero i cittadini disposti a metterci la faccia, siano in costante diminuzione. Siamo ormai ad un punto in cui la credibilità dei partiti è ridotta ai minimi termini, sia a causa dell’inefficacia dimostrata nel rappresentare e risolvere i problemi della società, anteponendo la salvaguardia della propria posizione di potere alle necessità del Paese, sia per la crescente crisi dei valori che ha investito tutti i partiti di oggi e che ha generato e genera scandali su scandali. Questa situazione ovviamente non riguarda il Movimento 5 Stelle, che pone al centro della propria azione l’onestà e la trasparenza, unitamente alla partecipazione attiva e dal basso, ottenendo per questo ampio riscontro in Marsica e in tutta Italia.
2) Credere nella politica sembra essere diventata ormai un’utopia e i rappresentanti istituzionali nell’opinione pubblica sono diventati i capri espiatori di tutti i mali dell’Italia. Come si è arrivati a questo punto?
I partiti hanno sempre cercato di assumere il monopolio della politica, arrivando a far credere la propria necessarietà, come se non fosse possibile partecipare alla vita politica se non per il loro tramite. Questo ha portato a confondere la “Politica” con il “partito”, arrivando ad identificare con esso le stesse Istituzioni italiane. Date queste premesse e alla luce di quello che sono oggi diventati i partiti, la disaffezione degli italiani dalla politica e dalle Istituzioni è diretta conseguenza del venir meno della fiducia nei partiti e nel ruolo dei loro rappresentati. L’obiettivo deve quindi essere quello di infrangere questo monopolio. Questo è quello che i partiti di oggi chiamano “antipolitica”, nell’evidente tentativo di preservare se stessi.
3) Mala – politica e malaffare spesso vanno di pari passo e questo non fa altro che incrinare ancora di più il rapporto di fiducia tra rappresentanti istituzionali e popolo. Fare di tutta l’erba un fascio è sbagliato, ma a volte il popolo ha ragione. Non crede?
Si. Il binomio mala-politica/malaffare è ormai una grave realtà, con radici profonde nelle Istituzioni e nel mondo politico italiano, al punto da rendere oggettivamente arduo, se non impossibile, il tentativo di distinguere fra chi persegue il bene del Paese e chi invece ricerca il proprio tornaconto personale. Il vero problema è nel fatto che non si tratta più di singole mele marce, che individualmente mirano ad ottenere vantaggi a scapito degli interessi degli italiani. Siamo infatti di fronte ad un sistema organizzato che coinvolge gran parte dei politici italiani, arrivando a generare la sensazione sempre più reale che ogni rappresentante istituzionale ne faccia parte. Le cronache sono ormai sature di episodi di mala-politica e malaffare, per cui non è possibile cavarsela accusando di populismo coloro che hanno il coraggio di denunciare la gravità della situazione attuale, come dicevano i Romani: “contra factum non datur argumentum”.
4) Di politica prima si parlava nei circoli, nelle scuole ad hoc, in piazza e in famiglia. E ora?
Oggi si è spinti a viverla passivamente, fra talk show, giornali ed eventi preconfezionati, nonostante sia inestricabilmente connessa con tutti gli aspetti della vita sociale ed economica… Così come il conflitto d’interessi. Per questo motivo siamo costantemente sul territorio e teniamo riunioni settimanali aperte a tutti, in modo da tornare a parlare di politica, quella vera, direttamente e in prima persona, evitando di delegare ad altri un nostro diritto fondamentale.
5) Si tornerà presto alle urne, la chiamata è vicina ma quando poi andranno a votare?
Quando si tornerà alle urne, ci sarà il rischio concreto di vedere aumentare ancora l’astensionismo, soprattutto alla luce delle vicende che hanno animato la scena politica, sia nazionale. sia locale in questi anni. Nelle passate elezioni questo fenomeno è stato contenuto grazie all’alternativa che il Movimento ha saputo offrire ai tanti cittadini ormai disillusi, alternativa che ha frenato l’astensionismo sopratutto nella Marsica e in Abruzzo. Ad oggi siamo sempre più sicuri che il Movimento 5 Stelle incarni quel cambiamento, quella rivoluzione culturale, di cui il Paese ha bisogno.
6) Da qui a un anno cosa farà il suo partito per rimettere al centro la politica in Marsica?
I partiti così come li conosciamo oggi, non sono in grado di rimettere la politica al centro. La politica è confronto e il confronto è portato avanti dalle persone, sulle idee. Realizzare un confronto dal basso che si fondi su idee concrete, la cui sintesi sia l’immagine del futuro che i marsicani vogliono per la propria terra, solo così sarà possibile restituire dignità e funzione alla politica. Per fare questo, l’obiettivo è essere vicini al cittadino e dare a chiunque voglia partecipare alla vita politica gli strumenti per essere protagonista nella progettazione di una società che sta cambiando. La nuova politica, quella che modificherà il volto di questo paese e che parte dai territori, sarà una politica fatta dai cittadini per i cittadini, attraverso quella rivoluzione culturale che è l’unica vera alternativa all’attuale situazione.
7) Ma la politica cos’è per lei?
L’arte della mediazione e del confronto, messa a servizio del bene comune. Siamo spinti a credere che la politica sia qualcosa di inarrivabile per il comune cittadino, nella realtà non è così. La politica è la vita di tutti i giorni, è il quotidiano. Ogni incontro, ogni confronto, ogni scelta che facciamo quotidianamente è politica, solo che non siamo più abituati a questa dimensione.
Federica Di Marzio