La giustizia ha tempi molto lunghi e un esempio è quello che è accaduto pochi giorni fa a una donna abruzzese, di Tortoreto, in provincia di Teramo, che nel gennaio 2011 è stata accusata di peculato per essersi appropriata, secondo i capi di imputazione, in un mese di quasi 400mila euro, per la precisione 375mila e 711, spettanti all’Erario come canone di concessione all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per le slot machine. Il processo è iniziato con l’audizione dei primi testi della pubblica accusa, a carico di O.L.P., 42 anni. Secondo la difesa, rappresentata dall’avvocato Lauro Tribuiani «la donna si dichiara del tutto estranea ai fatti come emergerà dall’istruttoria dibattimentale».
I fatti contestati dal pm Laura Colica, che ha chiesto ed ottenuto il giudizio, risalgono al gennaio 2011. Secondo la procura la donna, in qualità di legale rappresentante di una società che si occupava di gestire, per conto di Cogetech spa, l’attività di riscossione dalle slot machine attivate da quest’ultima, si sarebbe appropriata delle somme riscosse per un totale di 375.711 euro: oltre 300mila spettanti all’Erario e 31.279 spettanti al concessionario.
A far partire le indagini, all’epoca, fu una denuncia della stessa Cogetech, parte offesa nel procedimento. La Cogetech è una società che opera a livello nazionale selezionata dall’Agenzia delle dogane e dei monopoli come concessionario di Stato. Secondo la pubblica accusa la donna, così si legge nel capo d’imputazione firmato dal pm Colica, «con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, in qualità di legale rappresentante della società Central Game s.r.l. corrente in Corropoli, gestore per conto della società Cogetech Spa dell’attività di riscossione dalle slot machine attivate con le autorizzazioni di legge dalla Cogetech, si appropriava delle somme riscosse per 375.711,89 euro nel mese di gennaio 2011, di cui oltre 300mila spettanti all’Erario a titolo di Preu, di canone di concessione Aams e deposito cauzionale e di cui 31.279,65 spettanti al concessionario. Dopo 5 anni di attesa e di indagini c’è stata la prima udienza.
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