Avezzano. Sono stati emessi due provvedimenti di fermo dalla procura della Repubblica di Avezzano nei confronti di padre e figlio, entrambi avezzanesi appartenenti alla locale comunità rom, per la vicenda della sparatoria avvenuta davanti a una discoteca di via Cavour la notte del 19 agosto.
Si tratta di Claudio Morelli, detto Peppe, 48 anni e del figlio Manuel Morelli, da diversi giorni irreperibile. Sono indagati da diversi giorni del reato di lesioni personali aggravate dall’uso di armi. Ora l’accusa è tornata a tentato omicidio e porto e detenzione abusiva di armi da fuoco. Sono stati rinchiusi nel carcere di Avezzano in attesa dell’udienza di convalida.
Oltre ai due, la procura ha iscritto nel registro degli indagati da diversi giorni anche altre due persone, A.M. e V.M., tutti di Avezzano e appartenenti alla locale comunità rom. Sono indagati per il reato di porto abusivo e detenzione illecita di arma da fuoco, senza giustificato motivo.
La procura ha emesso nei giorni scorsi, tramite il sostituto procuratore Luigi Sgambati, titolare dell’inchiesta, anche un decreto di convalida di sequestro nei confronti Claudio Morelli, su cui è stato eseguito il test dello stub per rilevare tracce di polvere da sparo.
Il rom è accusato di essere la persona che ha premuto il grilletto raggiungendo con un colpo all’addome C.Z., buttafuori albanese, causandogli una ferita all’addome giudicata guaribile in 20 giorni.
Gli investigatori hanno inviato al ris di Roma tutti gli oggetti sequestrati, tra cui materiale balistico. Si tratta di un bossolo esploso calibro 22, appartenente al colpo che ha ferito l’uomo della sicurezza, e tre colpi inesplosi, probabilmente a causa di una pistola che si è inceppata e che per tre volte non ha sparato. I carabinieri stanno ancora cercando l’arma che ha esploso il colpo. Anche i tre proiettili ritrovati a terra, la sera dell’intervento, sono appartenenti a una pistola calibro 22.