Tagliacozzo. Perquisizioni e un arresto anche nella Marsica nell’ambito dell’operazione “Grande raccordo criminale” dei carabinieri del Ros, insieme ai militari dei comandi provinciali dei carabinieri e del Gico della Guardia di Finanza.
I militari dell’Arma hanno dato esecuzione a un ordine di carcerazione emesso dalla Procura generale della Repubblica di Roma nei confronti di 9 persone, una delle quali di Tagliacozzo, accusati a vario titolo di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.
L’uomo di Tagliacozzo, con origini romane, insieme agli altri accusati era rimasto coinvolto nell’attività investigativa conclusa nel novembre del 2019 nei confronti di un gruppo di persone dedite al traffico di sostanze stupefacenti operativo nella Capitale. Gli arrestati dovranno scontare pene che vanno dai 2 e 8 anni di reclusione. Nel corso delle operazioni di arresto sono state eseguite perquisizioni domiciliari, rinvenendo materiale che è stato definito dagli inquirenti “di interesse investigativo” e che sarà sottoposto ad analisi.
Il provvedimento di arresto arriva dopo che i giudici della Cassazione hanno confermato le condanne per i reati di traffico di stupefacenti e estorsione nei confronti di diciotto imputati dell’operazione denominata “Grande raccordo criminale” e che aveva coinvolto personaggi di spicco nel panorama romano, fra cui il socio di Fabrizio Piscitelli, conosciuto nell’ambiente come Diabolik, ucciso il 7 agosto 2019 al Parco degli Acquedotti.
La Corte di Cassazione ha quindi messo la parola fine all’operazione che aveva suscitato molto scalpore. I giudici della suprema corte hanno confermato le condanne, ben 122 anni complessivi per tutti gli imputati
Tra questi, oltre al tagliacozzano, anche il socio di Diabolik, l’imprenditore Fabrizio Fabietti. Insieme a Piscitelli vendevano lo stupefacente sul territorio laziale. L’operazione della Guardia di finanza aveva portato alla luce un imponente commercio di droga. Da Roma, base dello spaccio, lo stupefacente veniva immesso sul mercato grazie a decine di acquirenti che nelle varie piazze dello spaccio. In questo giro d’affari da capogiro, si innestavano anche pestaggi ed estorsioni. Una realtà nata a Ponte Milvio che aveva trovato a quanto pare terreno fertile anche nella Marsica.