Avezzano. Spaccio di droga a persone del posto, tra cui professionisti, commercianti, imprenditori, ma anche giovani. Tutti i taliani. Un mercato criminale portato avanti da una banda di spacciatori marocchini. In nove di loro sono stati rinviati a giudizio dal giudice per le indagini preliminari Maria Proia con giudizio immediato su richiesta del pubblico ministero Ugo Timpano. L’udienza è stata fissata per l’11 ottobre prossimo.
La banda è composta da un gruppo di spacciatori nordafricani arrestati a febbraio scorso dai carabinieri di Avezzano dopo un’indagine fatta di appostamenti, pedinamenti e raccolta di materiale fotografico. Si tratta di Mohamed Aouani, 39 anni, Moncif Anbar (28), Bouazza Aboutabit (28), Abdellah Archouni (33), Youssef Bya (36), Fouad El Barni(31), Allal Maqori (27), Issam Attaoui (32), Said Yatimenabi (32), in gran parte domiciliati tra Avezzano e Luco.
Tanta la droga spacciata. Avevano ceduto ai clienti marsicani in una sola estate quasi 60mila euro di sostanze, per un totale di almeno 1.400 cessioni. Un’indagine che conferma come il Fucino sia ormai una grande piazza per la vendita di droga, dove la domanda italiana incontra l’offerta dei magrebini.
Un traffico nella Marsica durato cinque mesi, a partire da marzo dell’anno scorso. Per tutto questo tempo i carabinieri della compagnia di Avezzano hanno pedinato i sospetti, partendo da una soffiata che segnalava un’auto sospetta, una Volkswagen Touran, tra via America e la zona industriale della città. Seguendo quell’auto il nucleo operativo e radiomobile era riuscito a scoprire i primi clienti e la metodologia di spaccio. Così è nata l’inchiesta battezzata .
Gli acquirenti, una quarantina in tutto, erano di Avezzano, Luco, San Benedetto dei Marsi, Celano e Capistrello. Le richieste di droga avvenivano per telefono e gli spacciatori di cocaina e hascisc, attraverso un accurato passaparola, avevano fornito svariati numeri di cellulare da contattare all’occorrenza. È stato scoperto un vero e proprio sistema di just drug, in cui, di volta in volta, pusher e acquirente concordavano telefonicamente i luoghi di incontro per le cessioni dello stupefacente, secondo uno schema preciso.
L’accusa si basa anche dal sequestro di circa 30 dosi (da 40 grammi l’una) di cocaina, di circa 130 grammi sempre di cocaina ma ancora da confezionare e di oltre otto etti di hascisc. In fasi e momenti diversi dell’indagine, sono stati arrestati tre soggetti in flagranza di reato, sono state denunciate nove persone e cinque consumatori di droga sono stati segnalati alla prefettura. Le dosi, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, venivano vendute a un prezzo che oscillava tra i 40 e i 50 euro. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Luca e Pasquale Motta, Mauro Ceci, Mario Del Pretaro e Roberto Verdecchia.