L’Aquila. Il consigliere regionale, Gino Milano, ha portato all’Emiciclo il problema del sovraffollamento delle carceri, chiedendo maggiore impegno da parte della Regione Abruzzo per risolvere questo disagio. “Qual è il livello di consapevolezza dell’organo di governo regionale circa la situazione delle carceri in Abruzzo”, ha scritto Milano nella sua interrogazione, “Intorno a questo argomento si snoda la nuova interpellanza che il consigliere regionale Gino Milano, coordinatore in regione di Alleanza per L’Italia, presenta al presidente della Regione Chiodi e all’Assessore competente, per riportare l’attenzione sulla difficilissima situazione in cui versa la popolazione carceraria nella regione abruzzese, complessivamente molto superiore rispetto a quella che le strutture potrebbero accogliere
In particolare, Milano lega il suo intervento alla necessità di richiamare un’azione della Regione presso il Governo affinché questo adotti “urgenti provvedimenti finalizzati al potenziamento degli organici della Polizia penitenziaria, alla riduzione dei detenuti presenti nelle carceri, incentivando il ricorso alle misure alternative alla detenzione nonché all’attuazione immediata del piano carceri, presentato il 27 febbraio 2009 dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria, con l’indicazione delle reali coperture finanziarie”.
Si legge nel testo che “tra il mese di luglio 2010 ed il mese di gennaio del 2011 sono state concluse quattro Intese istituzionali tra il Commissario delegato all’emergenza carceri, le Regioni ed i Comuni interessati, per “la realizzazione degli interventi carcerari con le deroghe e le varianti ai vigenti strumenti urbanistici che si rendono necessari, il tutto secondo tempistiche e procedure di massima celerità e snellezza”. Si chiede conto dello stato dell’arte delle stesse e dell’effettivo proposito della Regione a “realizzare e finanziare progetti tesi a creare, all’interno del mondo penitenziario, opportunità lavorative per i detenuti, che possano in tal modo acquisire una preparazione professionale che ne agevoli il reinserimento sociale, attingendo alla cosiddetta «cassa delle ammende».
Al centro dell’ argomento viene posta poi la delicata questione delle condizioni assistenziali delle carceri abruzzesi nelle quali, sottolinea il consigliere Milano, “si registra una rilevante problematica sanitaria, con molti detenuti sieropositivi, con gravi disturbi mentali, con morti per overdose e con frequenti casi in cui il diritto alla salute non è salvaguardato e manca il soccorso adeguato delle persone in attesa di giudizio”. Il penitenziario di Avezzano, ad esempio, che ha una capienza di 52 posti , ma una effettiva detenzione di 88 persone, ha visto verificarsi 2 tentativi di suicidio e 16 atti di autolesionismo con 16 scioperi della fame.
Un presupposto che rende di prioritaria importanza sapere se i tagli relativi al rientro regionale dal deficit sanitario abbiano reso necessario“sottoporre a restrizioni i fondi destinati alla sanità in carcere” e se la Giunta intenda o meno assumere provvedimenti che chiamino le Asl a controlli periodici che mettano in evidenza lo stato psico-fisico dei malati, le condizioni igienico-sanitarie delle celle in rapporto ai parametri stabiliti dai Regolamenti, così come la numerazione effettiva dei detenuti in esse presenti.
Il consigliere Milano, inoltre, chiede alla Giunta di:
1) – affrontare, con urgenza e decisione, le cause dell’elevato numero di morti e di suicidi in carcere ed i fenomeni di autolesionismo e di violenza in genere, ricorrendo alla stipula di eventuali accordi con enti, associazioni e cooperative;
2) – prevedere una relazione annuale sullo stato di salute dei cittadini abruzzesi da presentare al Consiglio regionale con la previsione di un capitolo dedicato alla situazione sanitaria nelle carceri della Regione;
3) – favorire, mediando con le varie amministrazioni comunali, l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata ed agevolata, in locazione ai dipendenti della polizia penitenziari in quanto personale impegnato e coinvolto nella lotta alla criminalità organizzata;
4) – dar vita ad un nucleo di monitoraggio che tenga costanti rapporti con le direzioni delle carceri al fine di rilevare e prevenire l’insorgere di criticità all’interno del carcere e attuare progetti formativi per il personale, finalizzati anche all’apprendimento delle lingue straniere”.