Celano. Contributi alla società sportiva. L’ex giunta Piccone: “L’allora giunta agì in buona fede come le precedenti amministrazioni, a sostegno sociale dell’attività sportiva dei bambini”.
Il procedimento è durato 13 anni, quando il Sindaco di Celano era il Senatore Filippo Piccone; partì infatti nel 2012 dapprima con diversi esposti in Procura dei consiglieri d’opposizione dell’epoca Elio Morgante e Antonello Di Stefano, a cui ne seguirono altri dell’opposizione formata da Calvino Cotturone, Giuseppe Cleofe, Carlo Cantelmi, Nazzareno Tiberi, Aniceto Ciaccia, Mario Vicaretti e Giuseppe Cleofe.
“L’unica finalità di quanto fu fatto dall’allora giunta, dichiarano l’ex Sindaco Piccone, il suo vice Vittoriano Frigioni e gli ex assessori Ezio Ciciotti, Settimio Santilli, Adelio Di Loreto, Ermanno Bonaldi e Cesidio Piperni, era meramente di sostegno sociale come da nostro statuto comunale, all’attività sportiva dei bambini, contribuendo anche alla gestione dei campi da parte del Celano calcio, come avveniva da sempre anche con le precedenti amministrazioni e nel rispetto ed attuazione della convenzione di consiglio comunale.
Oggi, più di ieri, rifaremmo la stessa scelta politica e con ancora più convinzione, perché lo ritenevamo e lo riteniamo giusto.
È evidente d’altro canto, che sia stata emessa una sentenza molto contraddittoria per tutta una serie di ordini di ragione, la prima perché ribalta del tutto quella di primo grado del tribunale dell’Aquila che ci aveva assolto con formula piena, la seconda perché l’allora Commissario Prefettizio nominato dalla Prefettura ed imputato come noi per le stesse forme e contenuti delle delibere, è stato invece prosciolto pur ribadendo i giudici nella stessa sentenza che questi abbia assunto una condotta antigiuridica, la terza perché agli assessori della stessa giunta, che è bene ricordarlo rinunciarono allo stipendio per l’intero mandato elettorale, vengono richieste cifre diverse, adducendo per il tutto, motivazioni estremamente fantasiose e senza alcun senso logico ed approfondimento degli atti nel merito.
Ribadiamo oggi come allora un concetto politico, ovvero che le associazioni tutte, comprese quelle sportive, vadano sostenute per la valenza sociale che rivestono, prima ancora di quella sportiva nel caso specifico.
Se vi furono degli errori nelle rendicontazioni dei contributi che la giunta erogò come organo di indirizzo politico, di certo non si potevano ascrivere agli assessori e sicuramente è profondamente ingiusto che ora a pagare debbano essere questi con cifre diverse, piuttosto chi invece quei contributi li utilizzò evidentemente in maniera impropria o chi doveva controllare come venissero utilizzati come organo amministrativo e non politico, altrimenti non si comprende neanche cosa esista a fare la legge Bassanini, che distingue l’organo politico da quello amministrativo!
Ad ogni modo nei prossimi giorni faremo le valutazioni del caso coi nostri legali sia per procedere con l’eventuale ricorso in Cassazione, sia per richiedere alla attuale giunta, l’eventuale azione risarcitoria nei confronti degli allora componenti della società sportiva, visto che il quantum del danno finalmente è stato determinato con certezza in sentenza”.