Canistro. La Regione Abruzzo fa due pesi e due misure”. Ad affermarlo è Camillo Colella, titolare della Santa Croce Spa, in riferimento alla concessione delle sorgenti Valle Reale di Popoli (Pescara), la cui titolarità è in capo alla Gran Guizza Spa. Una concessione già in regime di proroga e che scade definitivamente oggi, 12 maggio, con la Regione Abruzzo, quindi, in forte ritardo sulla pubblicazione del bando di gara e quindi al conferimento della concessione. Il settore competente lo ha annunciato per oggi o, al massimo, per domani. La scadenza naturale della concessione era stata fissata per il 12 maggio 2015, due anni fa. È accaduto, però, che, con la delibera di Giunta numero 349 del 7 maggio 2015, la Regione Abruzzo abbia prorogato il termine di scadenza di altri 12 mesi, ovvero fino al 12 maggio 2016, con la motivazione che doveva essere portato ancora a compimento un accordo di programma tra la Regione, il Comune di Popoli e la società concessionaria.
In seguito, con la delibera 280 approvata il 3 maggio 2016, pochi giorni prima, dunque, dalla nuova scadenza, la Regione ha prorogato la concessione di un altro anno. Nel provvedimento, infatti, sono stati approvati gli indirizzi e le modalità per il conferimento delle concessioni di acque minerali e termali, contestualmente è stato disposto il differimento temporale dei termini di vigenza delle concessioni di acqua minerali e termali prossime alla scadenza fino al completamento delle procedure di assegnazione e comunque per un periodo non superiore a un anno. “Premetto che il mio intento non è quello di attaccare i miei colleghi imprenditori, sia pure competitor, verso i quali nutro il massimo rispetto umano e professionale – afferma Colella – Il mio riferimento è al comportamento della Regione Abruzzo”. “E in tal senso non si può non sottolineare che ora il tempo è scaduto e, come è già avvenuto per la sorgente Sant’Antonio Sponga di Canistro, il servizio competente della Regione dovrebbe invitare la Gran Guizza Spa a interrompere l’attività di captazione delle acque minerali Valle Reale per scadenza del termini del titolo minerario e contestualmente inviare la predetta società a procedere alla restituzione della sorgente Valle Reale e delle opere di captazione e impianti ricompresi all’interno del perimetro della concessione mineraria – prosegue – infatti, se la gara verrà bandita nelle prossime ore, ci vorranno mesi prima dell’assegnazione definitiva”. In sostanza, la Santa Croce si attende un comportamento conseguente e imparziale anche nei confronti della concessionaria della sorgente Valle Reale riconfermando “le vessazioni e le illegalità subite dai dirigenti di un ente contro il quale daremo battaglia con tutti gli strumenti che la legge prevede”, rimarca Colella, proprietario del marchio Santa Croce e dello stabilimento che insiste nei pressi della sorgente Sant’Antonio-Sponga, la cui concessione è stata affidata provvisoriamente alla Norda dei fratelli Pessina, che sono chiamati a superare il Via e a costruire uno stabilimento nuovo. Nel sottolineare che la dirigente del servizio Risorse del territorio e attività estrattive della Regione Iris Flacco “è indagata alla luce delle querele penali pendenti presentate dalla Santa Croce per le illegittimità e le ingiustizie subite”, Colella ricorda anche che “a seguito della revoca della concessione della sorgente Sant’Antonio-Sponga e a seguito ricorso al Tar del Comune di Canistro, che ha portato all’annullamento del bando che noi avevamo vinto, in questo caso la Regione non ha inteso concedere nessuna proroga, con grande danno economico e d’immagine, e ha poi disposto il sequestro preventivo di ben 8 milioni di litri di acqua minerale imbottigliati nello stabilimento nel dicembre 2016, in quanto per l’ente quelle bottiglie sarebbero state riempite con acqua minerale captata dalla sorgente dopo il termine della concessione”. Per Colella “anche la Gran Guizza Spa, esaurite le scorte di magazzino, prodotte alle date antecedenti a quella data, si troverebbe nella condizione di sospendere tutte le attività, visto che con l’imbottigliamento d’acqua avvenuto successivamente alla data di scadenza del titolo minerario, si configurerebbe un illecito”. “Nell’ipotesi in cui il servizio competente della Regione adotti procedure diverse o elusive rispetto al suo operato tenuto nei confronti della Santa Croce Spa”, i vertici aziendali del gruppo Colella annunciano che “la circostanza dovrebbe essere rappresentata all’autorità giudiziaria compente, ma anche ai vertici politici e dirigenziale della Regione Abruzzo nonché alle forze di polizia e carabinieri”.