L’Aquila. “Va fatta formazione e prevenzione. Non è possibile incontrare persone sul Gran Sasso in ciabatte”. È un appello chiaro e diretto quello del presidente del Soccorso alpino abruzzese, Daniele Perilli, fatto questa mattina all’Aquila, durante la presentazione della dotazione da parte della regione Abruzzo del sonar Recco.
Ad oggi, l’Abruzzo è la prima regione dell’Appennino ad avere il rilevatore da elicottero per ricerca dispersi in montagna.
“Abbiamo già formato tre nostri piloti, dei tecnici che saranno sugli elicotteri e che saranno a disposizione anche delle regioni limitrofe e sarà il soccorso alpino che gestirà la centralina, dove si ascolterà il sensore, la ricerca”, ha detto Perilli.
“Il Recco è uno strumento tecnologico e rappresenta un’opportunità molto importante. Attualmente ci sono 100 aziende nel mondo che producono abbigliamento e materiale tecnico in cui è già inserita la piastrina Recco. È in atto anche una convenzione con Decathlon, in modo che quante più persone possibili potranno avere abbigliamento con questo tipo di tecnologia. Le piastrine sono in vendita in tutti i negozi sportivi. Il nostro mestiere, anche se il nostro non è un mestiere perché il nostro è volontariato, è cercare di portare a casa salva la persona che cerchiamo”.
“Nell’emergenza-urgenza la velocità e la competenza di chi fa il soccorso è fondamentale”, ha continuato, “noi ci addestriamo tutto l’anno, tenuto conto che andare a fare soccorso è a volte anche mettere a repentaglio la propria vita. Per questo l’addestramento e la formazione sono fondamentali. Io dico sempre, in montagna bisogna andarci, abbiamo un territorio che è bellissimo, invidiato da tutti ma in montagna bisogna andarci nel miglior modo possibile, preparati e formati. Se non ci si sente pronti ci sono le figure dedicate, ci sono le sezioni del Cai italiano, le guide alpine, gli istruttori nazionali di alpinismo, gli accompagnatori di media montagna. Quello che dico sempre è che noi dobbiamo cercare di abbassare il numero dei soccorsi. Nel 2020 nonostante i 4/5 mesi di lockdown, ci sono stati tanti interventi quanto il 2019. Soprattutto nel mese estivo dell’anno scorso, c’è stata un’esplosione. Quindi le raccomandazioni vanno ancora più accentuate, insieme a tutte le altre forze in azione, tutti quanti dobbiamo trasmettere un messaggio. Quando andiamo in montagna e incontriamo persone dobbiamo dire di fare sempre attenzione. Non si può incontrare gente sui sentieri, anche sul Gran Sasso, che va in giro in ciabatte. Non è il massimo, perchè anche sul sentiero molto facile, si può scivolare e battere la testa, ci vuole un attimo. E poi succedono le cose più importanti. Il Recco è fondamentale, è una cosa che abbiamo voluto fortemente, che grazie alla regione è arrivata in Abruzzo ma dobbiamo lavorare molto sulla prevenzione, altrimenti staremo sempre a ricordare situazioni come il Velino e come tante altre tragedie che purtroppo in Abruzzo sono accadute”.
L’Abruzzo è oggi la prima regione appenninica a dotarsi del sonar RECCO
L’Abruzzo è oggi la prima regione appenninica a dotarsi del sonar RECCO per la ricerca di persone disperse in montagna. Un obiettivo condiviso con tutte le istituzioni che compongono il tavolo sulla sicurezza in montagna, all’indomani della tragedia del monte Velino in cui, nel gennaio scorso, persero la vita quattro escursionisti di Avezzano travolti da una valanga.
Questa mattina la presentazione della nuova dotazione strumentale, all’Aquila a Palazzo Silone, presenti il presidente della Giunta regionale, Marco Marsilio, l’assessore a Bilancio e Aree interne, Guido Quintino Liris, il presidente del Soccorso alpino (Cnsas) Abruzzo, Daniele Perilli, e il direttore dell’Agenzia di Protezione civile, Mauro Casinghini.
“L’Abruzzo diventa così un riferimento nazionale – ha commentato l’assessore Liris – Ci impegnammo dopo la triste vicenda a istituire un tavolo permanente sulla sicurezza, da qui l’idea di dotarci di un sonar. Una giusta intuizione di cui siamo orgogliosi che ci ha portato ad essere oggi la capitale per la sicurezza in montagna, della dorsale
appenninica nel centro Italia”.
Il rilevatore Recco, trasportato da un elicottero, può individuare un segnale a 80 metri di distanza; ma anche il rilevatore leggero, che si usa a mano, ha una portata importante. Il sistema svedese non è un’alternativa all’ARTVA, il trasmettitore che consente a chi lo indossa di essere individuato sotto la neve e di cercare un compagno di escursione sepolto. Molti modelli recenti di ARTVA includono un’antenna Recco e facilitano il ritrovamento di scialpinisti o escursionisti anche attraverso il sistema svedese. Il rilevatore è un trasmettitore-ricevitore che emette un segnale direzionale da un’antenna. Se il segnale colpisce un riflettore, viene ritrasmesso verso il rilevatore e convertito in impulso audio il cui volume è proporzionale all’intensità del segnale. Il segnale passa facilmente attraverso aria, neve asciutta e ghiaccio. L’acqua liquida, invece, lo assorbe. Nelle stagioni calde, quando la neve è bagnata, la portata del rilevatore diminuisce.
“In Italia – ha detto Marsilio – esistono tre rilevatori Recco SAR da elicottero, con base ad Aosta, a Trento e a Bolzano.
Avere a disposizione il sonar Recco è una grande risorsa per l’Abruzzo, dopo Valle d’Aosta e Trentino. Da oggi
abbiamo a disposizione questo importante strumento che consente la ricerca di persone sia sotto la neve sia in
superficie, per una maggiore sicurezza e prevenzione tra le nostre montagne”.
Guarda la conferenza stampa (Video Regione Abruzzo)
L’Abruzzo ha l’antenna Recco, mai più una tragedia come quella del Velino (VIDEO)