Avezzano.”Ricostruiamo il futuro”: queste parole non sfuggiranno ai più attenti che, guardando “Lao”, il corto realizzato da Peperonitto Film e dall’associazione culturale Forconium Vestinorum, potranno immedesimarsi col tempo che stiamo vivendo. La pellicola, finalista nella cinquina dei Premi David di Donatello nell’edizione 2014, nasceva con uno scopo diverso, però, pochi anni dopo il tragico sisma aquilano che causò 309 vittime e danni incalcolabili al patrimonio artistico, edilizio e urbano del capoluogo abruzzese.
Regista del corto fu Gabriele Sabatino Nardis, produttore esecutivo Giuseppe Schettino. La storia narra di un anziano che, negli ultimi anni della sua vita, si trova a fare i conti con la senilità, con il decadimento del suo corpo, con la solitudine, con la scomparsa dei suoi affetti, del suo passato, dei luoghi della sua memoria, ritrovandosi come un pesce fuor d’acqua in un mondo in cui non ha più riferimenti e che avanza senza di lui. In questa lettura, le macerie del borgo e i pannelli asettici del villaggio residenziale sintetizzano il contrasto tra passato e futuro. In questo conflitto, che sprofonda Lao nella solitudine e nello smarrimento, l’anziano ricerca ciò che ha perso, e ricerca una nuova speranza – una nota di musica e di vita – simboleggiata da una vecchia armonica smarrita, lo strumento che suonava in un tempo passato e che ora non sarebbe più, ad ogni modo, in grado di suonare.
Sono giorni difficili, l’emergenza sanitaria provocata dal Coronavirus ci costringe a fare i conti con la realtà e non di rado emergono storie di solitudine, tristezza, abbandono. Le persone anziane, i nostri nonni in particolare, coloro che rappresentano la memoria storica di questo Paese, sono messi a dura prova. Per questo vi sono analogie tra la storia di Lao e queste settimane terribili. Possiamo pensare alla speranza, però: la reciprocità, le alterne vicende, i bisogni che diventano scelte. Ora come allora. Quello che conta è supportarsi a vicenda e credere nelle relazioni, negli affetti. La vulnerabilità – oggi diventata una virtù comune, piuttosto che un difetto – aiuta a farci sentire vicini, a farci comunità. Si, ricostruiamo il futuro. A partire da oggi.
Hanno recitato l’attore Franco Villani, che dà il volto a Lao, Lino Guanciale e Alberto Santucci, Federico Annicchiarico che ha firmato la fotografia, Giggi Mearelli per il montaggio e il M° Franco Mancinelli che ha composto musiche originali. Location di “Lao” è stata San Pio delle Camere, in particolar modo la frazione di Castelnuovo che ha dato pieno supporto al progetto.