Ovindoli. E’ stato chiesto il rinvio a giudizio per il sindaco, il vice, due assessori e segretario comunale. L’accusa è di abuso d’ufficio per aver assunto la moglie del primo cittadino alla polizia municipale. Nei guai è finito Pino Angelosante, sindaco del comune di Ovindoli, che dovrà presentarsi davanti al Gup del tribunale di Avezzano il prossimo 2 febbraio per l’udienza preliminare. Secondo il pm Vincenzo Barbieri, che ha coordinato le indagini svolte dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria, la moglie del sindaco sarebbe stata assunta come vigile urbano nel comune di Cappadocia senza rispettare le procedure previste dalla legge per l’accesso nella pubblica amministrazione, in barba a quanti come lei o più di lei meritassero l’ambito posto. Insieme al primo cittadino sono accusati anche il vicesindaco Marco Iacutone, gli assessori Carlo Bianchini e Berardino Polla, e il segretario generale Cesidio Falcone. Il sindaco Angelosante, secondo la procura di Avezzano, per avvantaggiare la coniuge, avrebbe modificato una delibera insieme agli assessori Bianchini e Polla (la numero 29 del 26 marzo 2012), disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C (il posto da ricoprire in origine era da comandante polizia municipale categoria D) e richiedendo, inoltre, il nulla osta per lo scorrimento della graduatoria, proprio in virtù del fatto che la moglie fosse, a questo punto, la prima nella graduatoria. I fatti risalgono a dicembre 2012 quando c’era stata l’assunzione della moglie del sindaco eludendo “le procedure previste dalla legge per l’accesso nella pubblica amministrazione” e di conseguenza “escludendo altre persone aventi diritto al posto”. Ottenendo, sempre secondo le indagini, “un ingiusto vantaggio patrimoniale”. Gli indagati avrebbero compiuto una serie di violazioni per sostituire l’ex comandante della polizia municipale, andato in pensione dal primo luglio 2011. Il sindaco, infatti, secondo gli inquirenti, per avvantaggiare la moglie avrebbe modificato la delibera del 26 marzo 2012 insieme agli assessori Bianchini e Polla disponendo l’assunzione di un agente di polizia municipale categoria C. Il posto da ricoprire in origine era quello da comandante della polizia municipale categoria D. Un provvedimento adottato 19 ottobre 2012. Lo stesso giorno, il segretario Falcone aveva formula una richiesta al Comune di Cappadocia per il nullaosta allo scorrimento della graduatoria di assunzione di un vigile. Una convenzione tra i due comuni sottoscritta anche dal vicesindaco Iacutone. Il sindaco, sempre secondo l’accusa, sapeva che la moglie era la prima in graduatoria nel concorso al Comune di Cappadocia quale agente di categoria C, così come lo sapeva il segretario Falcone perché avevo fatto parte della commissione del concorso al Comune di Cappadocia avvenuto quattro anni prima. Una richiesta accettata, dallo stesso comune, proprio il 19 ottobre. L’altra delibera contestata è quella del 18 dicembre 2012 con cui veniva autorizzata formalmente l’assunzione della moglie del sindaco. Sono fiducioso”, ha dichiarato il sindaco Angelosante al Centro, “riusciremo a dimostrare, anche in sede di udienza preliminare, che nelle procedure adottate è stata rispettata la legge”. Il collegio difensivo è composto dagli avvocati Antonio Milo, Leonardo Rosa, Franco Paolini e Stefano Guanciale.