Avezzano. “Esprimiamo grande preoccupazione per quanto sta accadendo nel Fucino, dove manca l’acqua per irrigare i campi. La Regione resta immobile mentre una delle zone più produttive d’Abruzzo sta letteralmente boccheggiando”. Hanno dichiarato Daniele Marinelli, segretario regionale del PD Abruzzo e Michele Fina, senatore e tesoriere del PD.
“Va sottolineato che quest’area è il motore economico della Marsica: mille ettari coltivati a ortaggi, verdure e patate, con più di 500 soci produttori, oltre 20 milioni di euro di fatturato annuo, due marchi Igp (per la patata del Fucino e la carota dell’altopiano) e circa 10mila lavoratori, soprattutto stagionali. Secondo il Covalpa, l’associazione di produttori agricoli abruzzesi, circa un terzo del pil agricolo della regione è prodotto in quest’area. Tutto questo accade in un territorio in cui la dispersione idrica tocca il 62,5%: in pratica, di dieci litri d’acqua immessi nei serbatoi, meno di quattro arrivano nelle case e nelle aziende. Un triste record che ci pone al secondo posto in Italia per spreco di risorse idriche, superati solo dalla Basilicata”.
“Le risorse del PNRR”, spiegano Fina e Marinelli, “spesso utilizzate per opere a dir poco discutibili, non contemplano la riqualificazione della rete idrica. Certo, gli acquedotti non hanno la stessa visibilità di piazze e riviere, ma sono indispensabili alla vita quotidiana delle famiglie e delle imprese, soprattutto nel settore agricolo. Inoltre, ignorare il cambiamento climatico in atto non è sicuramente lungimirante, visto che la situazione – se non gestita – potrà solo peggiorare. Si tenga presente la denuncia di Legacoop, che dichiara la perdita di 33mila posti di lavoro nel primo trimestre del 2024 con danni pari a 4 miliardi nel solo Mezzogiorno. Eppure la Regione Abruzzo guidata dal centrosinistra nel 2016 aveva inserito, all’interno del Masterplan, ben 50 milioni di euro per la realizzazione della rete irrigua a pressione nella piana del Fucino. L’opera, che contemplava circa 150 km di rete idrica intubata, era al servizio di un’area di 9.000 ettari. I lavori sarebbero dovuti terminare entro la prima metà del 2022, ma così non è stato perché la giunta regionale di centrodestra, con delibera n. 416 del 15 luglio 2020, ha stornato 46,5 milioni da quei fondi per altre opere. Purtroppo, nonostante le rassicurazioni sulla stampa di vari esponenti dell’attuale maggioranza regionale, di quelle risorse si è persa traccia. C’è qualcuno a Palazzo Silone che vuole interessarsi di questo tema o il Fucino continuerà ad essere abbandonato a se stessa?”.