Pescara. Tutta l’Italia presto in zona rossa per la siccità. Stavolta a parlare di una “situazione drammatica” è il ministro delle Politiche agricole, Stefano Patuanelli, che ammette: “nel corso delle prossime settimane ci aspettiamo che quasi tutto il Paese entri in zona rossa”, perché “le aree cosiddette rosse, quelle in cui c’è una diminuzione dei livelli dei fiumi e dei laghi e dove la risorsa idrica sta mancando, si stanno allargando sempre di più”. Parole che annunciano interventi “anche in centri abitati di dimensioni maggiori”.
Nel frattempo si chiudono sempre più rubinetti, si attivano dighe e bacini, ma la siccità continua a mettere in crisi il mondo dell’agricoltura, stavolta colpito paradossalmente anche da violenti temporali che distruggono i raccolti: in alcune zone della Bergamasca forti raffiche di vento hanno scoperchiato serre e allettato il mais in campo, con la grandine che ha dato poi il colpo di grazia. I danni maggiori a Chiuduno, dove la furia del maltempo ha raso al suolo le sessanta serre di un’azienda agricola. “Sono rimaste integre solo quattro serre – spiega il titolare – . Mi è successa la stessa cosa lo scorso anno e, nonostante i gravi danni, avevo deciso di ripartire. Ora non so cosa farò”. In queste ore si moltiplicano gli accordi tra i consorzi e società di produzione energetica, attraverso Coldiretti.
In Piemonte la Iren Energia concede altra acqua per l’irrigazione d’emergenza dei campi del Canavese: dalla diga di Ceresole Reale usciranno altri tre metri cubi al secondo che permetteranno anche a vari consorzi irrigui di poter usufruire del soccorso idrico.
Il rilascio durerà sette giorni e si aggiunge a quello già deciso nei giorni scorsi con sei metri cubi al secondo di cui ha beneficiato il consorzio del Canale di Caluso. In Lombardia, dopo i temporali delle ultime ore e nonostante la riduzione dei volumi disponibili, è stato dichiarato lo stato di emergenza, con cui si invita a limitare l’uso di acqua mentre i gestori idroelettrici hanno accettato la richiesta della Regione di mantenere per altri dieci o quindici giorni il flusso concordato di almeno 4 milioni di metri cubi d’acqua al giorno sul bacino dell’Adda.
Inoltre è stato confermato il rilascio di un milione di metri cubi verso il lago di Iseo per altri dieci giorni e i quantitativi di 250mila metri cubi al giorno per almeno una settimana verso i fiumi Serio e Brembo. In alcuni scali del lago Maggiore è stata invece decisa la sospensione temporanea degli attracchi, perché il basso livello dell’acqua potrebbe causare l’incaglio delle imbarcazioni. Tra le nuove ordinanze comunali, c’è quella a Piacenza, per la limitazione dell’uso di acqua potabile, il cui uso extra-domestico sarà vietato nel territorio e in particolare per innaffiare orti, giardini e auto, tra le 8 e le 21.
A Udine un contatore digitale per “un’efficace e corretta lettura” dei consumi idrici è stato installato con la supervisione del Comune in un campo nomadi alla periferia nordest del capoluogo friulano, a fronte di “consumi anomali” d’acqua registrati negli anni scorsi al campo. Nessun razionamento per il momento è stato deciso dal governatore veneto Luca Zaia, che però ribadisce la necessità “dell’adozione di regole, che sono anche dettate dal buonsenso, per il non spreco delle risorse idriche” e parla di una “situazione drammatica”.
Nessun rischio di razionamenti a Roma, garantisce il sindaco Roberto Gualtieri, “fortunatamente anche grazie agli investimenti. Poi vedremo come evolverà la situazione nei prossimi mesi”.