Gioia dei Marsi. Sulla esclusione di Gioia dei Marsi dalle finaliste per l’attribuzione di Capitale italiana della cultura 2024 intervengono i consiglieri di opposizione Alfonso Graziani, Angelo Raffaele e Gianluca Alfonsi.
“Abbiamo appreso dalla stampa”, dichiara il capogruppo Graziani, “la notizia delle 10 città finaliste per il riconoscimento di Capitale Italiana della cultura 2024. Purtroppo, non c’è Gioia dei Marsi! La sua candidatura, sventolata con enfasi, dal nostro primo cittadino è naufragata”.
“Una candidatura costruita su basi d’argilla, improvvisata nelle chiuse stanze da pochi, senza momenti di partecipazione della comunità financo a non informarne lo stesso consiglio comunale che, ad oggi, sconosce ancora il progetto. Una grande opportunità che si poteva cogliere se solo ci si fosse aperti anche alle comunità vicine e perché no, coinvolgendo l’intera Marsica proponendola, nella sua interezza, quale candidatura di territorio”, scrive nella nota l’opposizione, d’altronde si competeva con Città del calibro Siracusa, Ascoli Piceno, Viareggio e solo aprendosi si poteva essere competitivi come intelligentemente hanno fatto i Comuni Paestum-Alto Cilento presentandola quale Unione e ottenendo la finale. Invece il nostro sindaco con la sua amministrazione ha preferito agire in completa solitudine, senza costruire nel tempo (eppure sono circa venti anni che amministra il Comune) dei presupposti in grado di poter cogliere l’importante occasione e soprattutto senza coinvolgere altri Comuni che al contrario stanno lavorando per valorizzare culturalmente le loro comunità ed avrebbero senz’altro arricchito l’offerta. Solo arroganza e indifferenza potevano far pensare che si poteva raggiungere l’obiettivo in completa solitudine”.
“Altro che provocazione, è stata solo una umiliazione per il nostro paese e una grande opportunità perduta per l’intera Marsica”, conclude Alfonso, “abbiamo taciuto finora per l’amore e il rispetto che portiamo al nostro paese e per non nuocere ad una proposta che seppur destinata a fallire era comunque in fase valutativa da parte della competente Commissione ministeriale ma ora non possiamo esimerci dal manifestare il nostro fermo disappunto per il modo arrogante con cui è stata buttata al vento una grande opportunità. Come recita un vecchio detto “la Superbia andò a cavallo e tornò a piedi” purtroppo a tornare a piedi non è solo l’immagine del primo cittadino ma quella di un’intera comunità!”.