Avezzano. Era accusato di aver sfregiato al volto e ferito un giovane durante una rissa avvenuta a Celano una sera di ottobre. Per tale motivo Franco D’Apice, 24 anni, di Celano, è stato condannato alla pena di quattro anni di reclusione davanti al giudice per l’udienza preliminare del tribunale di Avezzano, Mario Cervellino.
Il giovane era finito nel mirino del cosiddetto “Codice rosso”, la legge del luglio 2019 che aveva fortemente inasprito le pene per maltrattamenti, stalking e lesioni personali. Secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri, il giovane aveva colpito al volto con un collo di bottiglia un cittadino giordano, scambiato per rumeno. I fatti risalgono alla sera del l’11 ottobre 2020 e si sono verificati nel corso di una rissa davanti a un noto locale di Celano. D’Apice ha sempre professato la sua innocenza sostenendo che il fatto sarebbe stato compiuto da altra persona mai identificata. Era stato anche accusato di condotte minacciose a sfondo razziale dall’allora pubblico ministero Elisabetta Labanti. Controversa è stata la classificazione della ferita poiché la difesa ha sollevato il dubbio che potesse non trattarsi di sfregio. Non sono bastate tre perizie per fare chiarezza visto che non si trattava di una cicatrice vistosa. Lo sfregio permanente del viso è punito con la reclusione da otto a quattordici anni. Il pm Luigi Sgambati aveva chiesto in sede di abbreviato condizionato 5 anni e otto mesi di reclusione e pene accessorie. Invece il gup ha condannato l’imputato, difeso dall’avvocato Emilio Amiconi, a 4 anni. La difesa ha annunciato che alla luce della sentenza, presenterà un immediato ricorso in corte d’appello.