Canistro. C’è un nuovo indagato nell’inchiesta sul tesoro del centenario Dante Piccinini, lo sfollato aquilano morto in una residenza sanitaria assistita della Marsica e che donò tutti i suoi averi all’infermiere che lo aveva assistito prima della scomparsa. Si tratta di un medico di Canistro. Avrebbe firmato, secondo l’accusa della procura di Avezzano che ha chiuso le indagini, il certificato grazie al quale si attestava che il centenario aquilano era capace di intendere e volere. Il sostituto procuratore Maurio Maria Cerrato non si è voluto fermare al lascito denunciato dai nipoti, ma è andato a fondo cercando di far luce su quello che accadde prima della morte dell’anziano aquilano. E’ proprio in questo frangente che è emerso il certificato con il quale l’infermiere poté avvallare la sua tesi secondo cui i soldi -si parla di un milione di euro – gli erano stati donati dal centenario prima di morire per l’assistenza che questo gli aveva prestato nella clinica di Canistro. Ora l’inchiesta è stata chiusa e gli inquirenti, dopo aver esaminato i documenti a disposizione, dovranno decidere se confermare l’accusa per l’infermiere di circonvenzione di incapace.