Celano. Assistenza domiciliare e prestazioni sanitarie per la riabilitazione insufficienti. Pazienti sul piede di guerra chiedono l’intervento della Asl. Si sentono abbandonati perché si tratta di prestazioni necessarie per tante gravi patologie, nonostante ciò vengono concesse con il contagocce. Tutto ciò accade nel distretto di base di Celano-Pescina-Gioia, nella Marsica orientale. Sono decine gli episodi drammatici di persone che affermano di essere in difficoltà a causa della carenza di cure di riabilitazione. E’ il caso di una paziente del territorio interessato, S.P., 70 anni, inferma a causa di gravi problemi alle gambe a lei fino al 30 giugno è stato concesso solamente un ciclo di venti prestazioni per due volte settimanali. Secondo i familiari della donna, “l’Unità di valutazione multidimensionale (Uvm) dovrebbe assegnare, per una patologia del genere, più sedute settimanali e non limitarle, rischiando così di creare danni gravi ai pazienti con una regressione della malattia anziché un miglioramento”. Situazione difficile anche per A.L., 74 anni, colpito da ictus e affetto da altre patologie. Ha ottenuto le terapie fino al 30 giugno, per un totale di tre prestazioni mensili, quando ne servirebbero otto, come ammesso dallo stesso organo di valutazione che le ha assegnate. Infatti, come spiegano i familiari dell’anziano, “un totale di venti terapie in sei mesi non fa otto al mese”. A.D.A., 58 anni, di Gioia dei Marsi, ha ottenuto 60 terapie all’anno ma avrebbe bisogno di assistenza ogni giorno. Situazione difficile anche per F.D.C., 63 anni, residente nella zona di San Benedetto. Ha avuto un incidente domestico diverso tempo fa e ha bisogno di continue sedute di riabilitazione per tornare a camminare ma ha ottenuto solo un ciclo di 20 terapie che finirà in un mese appena. I pazienti sono così costretti a rifare la prescrizione medica che dovrà tornare al vaglio dell’Uvm, attendere che si riuniscano o componenti, e ottenere eventualmente altre sedute. Nel frattempo, però, i pazienti sono costretti in diversi casi a fare la riabilitazione a pagamento. Chi può. Chi non ha le possibilità rischia di peggiorare. Quando i cicli non sono continuativi, infatti, c’è il rischio che i pazienti si ospedalizzino, costando ancora di più alla comunità. C.D.S., 28 anni, ha bisogno di cure continuative a causa di una grave patologia, e invece ha ottenuto solo due sedute a settimana. Stessa cosa per G.G., affetto da sclerosi multipla. Ma i casi sono moltissimi. Secondo i pazienti, il distretto di Celano-Pescina dovrebbe autorizzare, in caso di pazienti che risultassero bisognosi di tali terapie, sempre lo stesso ciclo di trattamenti riabilitativi senza differenziare la tipologia delle patologie croniche, attenendosi alle linee guida stabilite dalla Delibera di Giunta Regionale numero 2525 del 1999. I cittadini della Marsica orientale, si appellano alla Asl sostenendo di essere penalizzati rispetto a quelli che fanno capo agli altri distretti sanitari del comprensorio marsicano, come Avezzano, Tagliacozzo e Civitella che non stabiliscono il quantum delle prestazioni, ma semplicemente autorizzano l’appropriatezza delle cure e ne definiscono il regime ambulatoriale, domiciliare o extramurale per l’accesso dei pazienti bisognosi di tali prestazioni riabilitative.