Tagliacozzo. Serena Autieri a Tagliacozzo omaggia Raffaella Carrà: appuntamento domani al chiostro di San Francesco.
La showgirl napoletana, sarà la assoluta protagonista del progetto originale commesso all’eclettico Maestro Roberto Molinelli, dalla nuova commissione del F.I.M.E. il quale sarà alla testa dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese, ospite domenica 10 agosto, nell’incantevole cornice del Chiostro di San Francesco, alle ore 21,15, della LXI edizione del Festival di Mezza Estate, firmata da Jacopo Sipari di Pescasseroli.
Procede con buon concorso di pubblico la XLI edizione del Festival Internazionale di Mezza Estate, in pieno svolgimento in Tagliacozzo, che domenica 10 agosto giunge al suo nuovo appuntamento che punta i riflettori sulla rivoluzione artistica compiuta da Raffaella Carrà.
Sarà la showgirl napoletana Serena Autieri la assoluta protagonista dell’originale progetto commesso dalla Nuova commissione del Festival al Maestro Roberto Molinelli, il quale sarà alla testa dell’ Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese del neo-Presidente Alberto Mazzocco. Il F.I.M.E. è un festival composito, costruito in tanti anni, che oggi continuare a godere delle ragioni estetiche dettate dalla direzione artistica e generale di Jacopo Sipari e Luca Ciccimarra, nonché dal Sindaco Vincenzo Giovagnorio e dalla sua delegata alla cultura Alessandra Ricci, realizzate grazie alle istituzioni, in primis il Ministero della cultura, la Regione Abruzzo, il Comune di Tagliacozzo, e la sinergia con istituzioni quali la Sinfonica Abruzzese, resident orchestra e l’ Accademia musicale di Alto perfezionamento vocale “Daltrocanto” diretta da Donata D’Annunzio Lombardi e allo storico sostegno della Banca del Fucino. La serata principierà alle ore 18 nel Cortile d’arme del Palazzo ducale, con la presentazione di due libri. Si inizierà con “Giulio Mazzarino-L’abruzzese alla corte del Re Sole” opera della giornalista e scrittrice Alina J. Di Mattia, vicepresidente del Centro Studi Mazzarino di Pescina, che con rigore e passione ha dato forma al libro che mancava: un omaggio colto e coinvolgente a un abruzzese illustre troppo spesso trascurato dalla memoria storica nazionale. A quattrocento anni dalla scomparsa del celebre statista italo-francese, l’opera offre una rilettura critica e illuminante del suo ruolo politico, esplorando gli scenari culturali e sociali che hanno caratterizzato la sua singolare ascesa al potere: dalle umili origini abruzzesi alle sontuose corti romane, fino al prestigioso ruolo di primo ministro del re di Francia, Luigi XIV.
Si proseguirà con “Quando Venezia distrusse l’Impero romano” di Marco Cappelli, in libreria per la Solferino editori. 1204: Costantinopoli, la regina delle città, brilla ancora della gloria dell’Impero romano. Sulle sponde del Bosforo, trecentomila anime fanno di Nuova Roma la più ricca e potente delle metropoli del Mediterraneo, quasi un’arca dell’antichità trasportata nel cuore del Medioevo. Eppure, da decenni il potere dell’Impero romano è in declino. Al comando della flotta veneziana ci sarà Enrico Dandolo, formidabile novantenne, cieco e geniale, determinato a fare della sua Serenissima Repubblica una grande potenza. Questa è la storia di come il tradimento, il fato, le bugie e l’ingordigia fecero piovere rovina sulla città imperiale, inaugurando ottocento anni di recriminazioni tra l’Occidente cattolico e l’Oriente ortodosso.
Alle ore 21,15, nel chiostro di San Francesco, Serena Autieri sarà Raffaella Carrà, alla quale deve tanti insegnamenti.
“Aspettavo da tanto di fare uno spettacolo sulla Carrà – ha dichiarato la showgirl napoletana – Flirtavo da tempo con questa idea ma non mi si era mai presentata l’occasione giusta per realizzarla e oggi grazie alla felice intuizione del Maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli e all’esperienza musicale del Maestro Roberto Molinelli, il quale ha firmato tutti gli arrangiamenti, sono riuscita ad omaggiare l’artista che ho seguito sin da bambina. Il florilegio di canzoni che proporrò è stato il terreno di prova per me, perché ho sempre guardato a lei per l’interpretazione, in tutto, dalla voce, alla gestualità. In questo progetto è racchiuso un valore che va ben oltre quello artistico, ma che è quel particolare sentire musicale che provo nei confronti di alcuni di questi brani, che sono simbolo anche di un ponte che ha legato il paese in momenti particolarmente significativi e innovativi della televisione italiana”.
“L’omaggio a Raffaella Carrà è ancora un’altra prima assoluta del festival – ha continuato il direttore artistico Jacopo Sipari di Pescasseroli – Ho chiesto personalmente al Maestro Roberto Molinelli di scrivere questo progetto, poiché ci tenevamo tutti molto e questa accoppiata con Serena Autieri che è un’eccellenza del teatro italiano, poliedrica, superba cantante e ballerina, dimostra ancor più l’interesse del Festival per creare novità assolute da proporre ad un pubblico esigente ed eterogeneo, sfruttando le forze territorio, quale è in questo caso il vulcanico maestro arrangiatore”.
“Quando mi è stato proposto di lavorare a questo omaggio a Raffaella Carrà – ha affermato il Maestro Roberto Molinelli – con Serena Autieri, ho sentito subito il peso e la bellezza della responsabilità. Raffaella non è stata solo un’icona della musica e dello spettacolo, ma un simbolo di libertà, eleganza e coraggio. Ho voluto che gli arrangiamenti restituissero tutta la sua energia e il suo spirito rivoluzionario, rispettando la tradizione ma dando anche spazio a nuove sfumature sonore. Serena porta in scena non solo la voce, ma l’anima di Raffaella, con una sensibilità rara. È stato un lavoro di squadra intenso e pieno di emozione, in cui il passato e il presente si sono incontrati sul palco.” Verrà ripercorsa dalla showgirl napoletana, la carriera musicale dell’artista scomparsa quattro anni fa. Con l’ombelico ha rotto i tabù, con Carràmba ha portato in tv la gente comune, ricongiungendo fratelli, genitori e figli, vecchi amanti, con i fagioli è stata la vicina preferita degli italiani.
Poi, c’è la Raffaella Carrà cantante, quella che con i suoi successi discografici – 60 milioni di copie vendute, oltre 20 tra Dischi d’oro e di platino, quando i dischi si vendevano davvero – ha tracciato una linea invisibile che ha unito l’Italia al Sudamerica, passando per la Spagna. Facendo scoprire agli italiani le atmosfere festose e briose del mondo latino anni prima dell’invasione del reggaeton.
E ai latini le belle melodie italiane, con canzoni scritte da autori come Cristiano Malgioglio, il suo maestro Gianni Boncompagni, Andrea Lo Vecchio, Franco Bracardi, Paolo Ormi, tradotte, reincise e diventate hit internazionali. Non mancherà “Tanti auguri”, certamente, il suo manifesto artistico e il primo grande successo come cantante: è il 1970, in Italia ci sono forti conflitti sociali, una quotidianità segnata da scioperi e terrorismo, ma il brano diffonde buonumore, spensieratezza, invito a vivere la vita e a cogliere le cose più belle che essa può dare. Al primo punto: fare all’amore, come si diceva con una bella formula fino a qualche anno fa, sottintendendo il più contemporaneo sesso: “Com’è bello far l’amore da Trieste in giù, com’è bello far l’amore, io son pronta e tu? Tanti auguri a chi tanti amanti ha, in campagna ed in città.
L’importante è farlo sempre con chi hai voglia tu. E se ti lascia lo sai che si fa? Trovi un altro più bello che problemi non ha”. Se questo non è amore libero, poco ci manca. Un brano dal risvolto a suo modo pacifista: “Non c’è odio e non c’è guerra, quando a letto l’amore c’è”. Ancora “A far l’amore comincia tu” , brano del 1976 tornato popolare grazie alla versione dance ed elettronica nella colonna sonora del film premio Oscar La grande bellezza di Paolo Sorrentino, Raffaella riafferma la sua statura di icona dell’erotismo. Nel testo di Daniele Pace consiglia a una ragazza il modo per dominare nel rapporto con il partner.
Versioni in dieci lingue diverse, la canzone è stato un successo anche in Inghilterra portando la Carrà a essere la prima artista italiana ad entrare nella top ten inglese. “Rumore”, pezzo che contribuisce a lanciarla come cantante, tra i migliori del suo repertorio. E’ il 1974. La scrivono Guido Maria Ferilli per la musica e Andrea Lo Vecchio per il testo. Viene arrangiata da Shel Shapiro con sonorità tra rhythm and blues, funky e la nascente disco music.
La canta a Canzonissima, il testo racconta una donna che, tra slanci e paure, combatte per raggiungere l’indipendenza: “E ritornare al tempo che c’eri tu, per abbracciarti e non pensarci più su, ma ritornare, ritornare perché, quando ho deciso che facevo da me?”. Sarà in scaletta anche “Chissà se va”, che rappresenta la speranza verso l’ignoto, l’ottimismo nonostante tutto. Scritta da Franco Bracardi e Gianni Boncompagni su musica composta da Enrico Riccardi, Chissà se va esce nel ’71 ed è la sigla di Canzonissima, con grandissimo successo. Immancabile il “Tuca Tuca”, storia di una canzone che è anche un ballo, storia di un ballo che è anche uno scatto in avanti e una scossa nella morale pubblica del Belpaese.
Canzonissima 1971, sesta puntata, è la sera del 13 novembre: Raffaella viene introdotta da Corrado per “un nuovo ballo giunto dalle Antille”, comincia a ballare da sola, toccandosi prima le ginocchia, poi i fianchi, poi le spalle, infine la fronte prima di allargare le braccia. Viene quindi raggiunta dal ballerino Enzo Paolo Turchi e nel ballo, coreografato da Don Lurio, uno tocca l’altra e viceversa. Due settimane dopo, è il 27 novembre, torna a ballarlo: indossa pantaloni attillati e a vita bassa, un top che le lascia scoperto l’ombelico: Turchi esce di scena, prende il suo posto Alberto Sordi, ospite della serata, il duetto con Raffa resterà un momento iconico della tv italiana. A completare la scaletta, la Carrà spagnola con Pedro, Felicità e varie canzoni innovative dei suoi spettacoli, quali “Prisencolinenzinananciusol”, un brano musicale di Adriano Celentano del 1972.
Questa pagina si caratterizza per il testo volutamente incomprensibile e le sonorità che anticipano il rap e l’hip hop, una novelty rock and roll con una ritmica martellante e inusuale, caratterizzata da un groove in mi bemolle di basso e batteria, e un riff nella sezione fiati. Oltre a essere una delle prime canzoni popular a presentare un loop, ha molti elementi in comune con diversi stili musicali, tra cui la disco music, l’afrobeat e la musica house e richiama lo stile scat del jazz, mentre molti sostengono che si tratti anche di anticipatrice del rap. Ascolteremo anche “Ma che Musica Maestro”, sigla di Canzonissima e suo primo 45 giri, una marcetta una marcetta orecchiabile che, come ribadito dal testo, evoca l’atmosfera festosa e allegra di una parata popolare.
Scelta anche “E salutala per me” Ballata che descrive la storia di una donna consapevole del tradimento del proprio uomo, esortandolo ad andare da lei e di smettere di raccontare bugie, mentre Serena concederà anche “Over The Rainbow”, canzone di speranza che presenta una spiccatissima somiglianza sia armonica che melodica con il tema dell’intermezzo il Sogno di Ratcliff di Mascagni e “Tu si na’ cosa grande” di Domenico Modugno.
Prossimo appuntamento: Lunedì 11 agosto nel chiostro di San Francesco, alle ore 21,15 Broadway Celebration, show-concerto ripercorre, in un crescendo di emozioni e in un atmosfera solenne e festosa, la storia del grande musical americano, attraverso l’esibizione delle sue arie e brani più famosi. A dare voce ai grandi successi di Broadway e del West End londinese saranno alcuni tra i maggiori solisti e performer di Musical Theater italiani (tra cui Lucrezia Bianco, Noemi Garbo, Salvo Montalto, Marco Caselle, Rosanna Russo) accompagnati per l’occasione da 8/10 straordinari coristi diretti da Alex Negro (fondatore e direttore del Sunshine Gospel Choir) e da una band d’eccezione. Sul palco rivivono le arie e le scene di The Rocky Horror Show , Jesus Christ Superstar, Grease, Sister Act, Rent, Les Misérables, Cats, A Chorus Line, Hairspray, The Lion King, Notre Dame de Paris, Evita e tanti altri.