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Sequestrati a Colella 20 milioni di euro dalla Guardia di finanza. Patron di Santa Croce accusato di evasione

Redazione Cronaca di Redazione Cronaca
21 Febbraio 2017
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Avezzano. I finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila hanno eseguito un’ordinanza di misura cautelare reale pari a circa 20milioni di euro emessa dal Tribunale dell’Aquila nei confronti di Camillo Colella, legale rappresentante della Santa Croce. Con il sequestro in trattazione viene ripristinata la misura cautelare, pari ad euro 13milioni circa, già eseguita, su richiesta della Procura della Repubblica di Avezzano, nei confronti di Colella lo scorso 04 novembre 2016 ma che, per meri vizi procedurali sollevati dalla difesa dell’indagato, il Tribunale del riesame dell’Aquila dichiarava, il successivo 23 novembre, inefficace.

Il Tribunale quindi, in accoglimento dell’appello proposto dalla Procura della Repubblica di Avezzano, ha ripristinato l’originario vincolo cautelare disponendo, con apposita Ordinanza, il sequestro per un ammontare pari ad euro 20milioni circa, comprensivo di sanzioni ed interessi nel frattempo maturati.

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La misura cautelare appena ripristinata nei confronti di Colella trae origine da una complessa attività di polizia giudiziaria sviluppatasi attraverso articolate investigazioni economico-finanziarie svolte dai finanzieri del locale Nucleo di Polizia Tributaria e sfociate nell’autunno scorso nell’accertamento di rilevanti importi, per circa 9 milioni di euro, sottratti al pagamento dell’imposta sul valore aggiunto e delle imposte sui redditi (Ires, Irap, ritenute alla fonte) relative agli anni dal 2008 al 2013. Con riferimento a tali omissioni Colella veniva deferito per i reati di cui agli artt. 10 bis, 10 ter e 10 quater del D.Lgs. 74/2000. Per omesso versamento di ritenute, di iva e per indebita compensazione.

Sulla scorta di ulteriori approfondimenti investigativi all’uopo concordati con gli inquirenti, le attività d’indagine venivano estese all’accertamento di tutte le posizioni debitorie della società nei confronti del Fisco, anche in considerazione delle risultanze di pregresse attività ispettive svolte nei suoi confronti da parte della Direzione Regionale Abruzzo e della Direzione Provinciale dell’Aquila dell’Agenzia delle Entrate.

Tale attività, eseguita dal Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di L’Aquila congiuntamente a personale dell’Agenzia delle Entrate, portava alla luce ulteriore materia imponibile che faceva lievitare le imposte dovute ma non versate a circa 13 milioni di euro. Importo, questo, sottratto al versamento delle imposte attraverso insidiose ed artificiose manovre di dissimulazione, prontamente intercettate e compiutamente ricostruite dai finanzieri.

Dette operazioni dissimulatorie, attentamente pianificate e puntualmente realizzate dall’indagato con il fine precipuo di rendere inefficaci le procedure di riscossione coattiva promosse da Equitalia, consistevano principalmente nell’effettuazione di finanziamenti infragruppo infruttiferi per importi considerevoli.

Tali evidenze investigative determinavano quindi l’autorità giudiziaria di Avezzano a richiedere ed ottenere la misura cautelare già eseguita nel mese di novembre dello scorso anno ed ora, a seguito della decisione del locale Tribunale, definitivamente ripristinata.

La lotta alle frodi fiscali da sempre costituisce una delle priorità per la G. di F. che è costantemente protesa a contrastare gli effetti negativi causati all’economia dall’evasione che ostacola, come noto, la concorrenza tra imprese, danneggia le risorse dello Stato ed accresce il carico fiscale per i cittadini onesti.

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