Scurcola Marsicana. Sabato 17 febbraio alle ore 17:45, nella sala della Confraternita del Santissimo Suffragio di Scurcola Marsicana, verrà presentato il libro, fresco di stampa, del giornalista dott. Fernando Riccardi: Scurcola Marsicana, la strage dimenticata – Ristampa Editrice, Rieti 2024.
La presentazione sarà preceduta da un’introduzione del Sindaco, Nicola De Simone e del Priore della Confraternita del Santissimo Suffragio, Matteo Andreoli. Il prof. Pasquale Di Prospero, studioso e saggista, autore del libro Dove osarono i briganti – Controcorrente edizioni, parlerà dell’andirivieni delle bande brigantesche tra i paesi dell’Aquilano e lo Stato Pontificio.
Il cantante romano Massimiliano Stefanelli si esibirà con quattro canti da lui musicati e scritti da Giuseppe Ranucci, dedicati al brigante di Rosciolo Giuseppe Nicolai, al colonnello De La Grange, alla storia di Fontamara ed ai Martiri di Scurcola Marsicana.
Saranno presenti alcuni interpreti del gruppo teatrale I Briganti di Cartore, nonché alunni dell’Istituto Tecnico Economico per il Turismo A. Argoli di Tagliacozzo, tutti in costume, che rappresenteranno scene di brigantaggio.
Fernando Riccardi, giornalista e scrittore di Roccasecca (FR), cura le pagine culturali de L’Inchiesta, quotidiano della Terra di Lavoro e della Ciociaria, di cui è capo redattore.
Il 23 gennaio del 1861 a Scurcola Marsicana si consumava uno degli episodi più drammatici del tumultuoso processo che condusse all’unità d’Italia. I soldati piemontesi fucilarono davanti alla chiesetta delle Anime Sante, nella parte bassa del paese, un’ottantina di persone che avevano tentato di opporsi all’invasione manu militari del Regno delle Due Sicilie. Una vera e propria strage, del tutto inutile peraltro, una delle tante che caratterizzarono quel travagliato decennio in cui infuriò feroce la guerra civile fra italiani del nord e italiani del sud. Con i soldati di sua maestà sabauda che avevano ricevuto l’ordine di non perdere tempo a fare prigionieri.
Sui fatti di Scurcola Marsicana era stata depositata ad arte una densa patina di oblio che soltanto negli ultimi anni è stata dissolta. Il libro di Fernando Riccardi, giornalista e scrittore, ricostruisce, servendosi di documenti d’archivio, quella drammatica vicenda. I nomi di quelle povere vittime trucidate dal fuoco piemontese sono in gran parte sconosciuti: Riccardì, però, è riuscito, attraverso minuziose ricerche (che sono ancora in essere), a individuarne una quindicina.
«Un primo pallido raggio di sole che inizia a squarciare, dopo tanto anzi troppo tempo, le tenebre dell’oblio, inducendo a inquadrare nella sua giusta dimensione un periodo, quello risorgimentale che, come diceva Benedetto Croce, “‘incontrò consenzienti nel paese ma anche non pochi dissidenti e repugnanti” – così commenta Riccardi -. Un ringraziamento di vero cuore voglio indirizzarlo al mio carissimo amico, il prof. Giuseppe Ranucci, che mi ha supportato in quest’iniziativa editoriale».