Avezzano. Il botta e risposta tra amministratori e storici sulla cessione delle scuole Corradini e Fermi non si arresta. A dire la sua su questo grande affare da 13 milioni di euro arriva anche Claudio Palazzi, presidente della sezione Italia nostra di Avezzano. “Bisogna stare molto attenti ad affrontare la questione dell’eventuale vendita ai privati del plesso scolastico di Via Corradini perché non si può ridurre il problema soltanto alla destinazione d’uso dello stesso. E’ importante sottolineare che il fabbricato in questione fa parte integrante del Piano regolatore per la ricostruzione di Avezzano post terremoto del 1915, redatto dall’ing. Bultrini”, precisa Palazzi. “Questo Piano regolatore prevede un asse stradale: piazza della stazione, piazza Risorgimento, piazza Municipio; che si interseca con Via Corradini, dove sono previsti il Tribunale e il plesso scolastico in questione. Via Corradini ha una funzione di supporto urbanistico non inferiore ad una piazza. Pertanto si può parlare di un centro di fruizione di tutta la città sul quale è importante l’esistenza del fabbricato stesso in ragione dell’organicità dell’intero tessuto urbanistico. La scelta di un’eventuale vendita del plesso cambia radicalmente e irreversibilmente tutto l’assetto urbanistico collegato per cui necessità di un attento e ponderato studio di valutazione. Non si può ridurre il problema all’aspetto esclusivamente architettonico, scolastico ed economico! E’ necessario tener presente che spostare le scuole alla parte nord della città è una scelta avventata e sconsiderata, visto che la metà della popolazione vive nella parte a sud della stazione. Attualmente il plesso Corradnini è l’unico in grado di ospitare una così numerosa popolazione scolastica. Le altre, tra cui quella in Via Pereto, non rispondono pienamente alle esigenze della popolazione. Dal punto di vista storico, il fabbricato è pregevole e ha una sua personalità. Sulla facciata di Via Corradini insistono due portali con stucchi e aquile. Insieme al fabbricato del Tribunale, costituisce un pregevole esempio di stile architettonico degli anni 20. Importantissimi e meritevoli di restauro sono i graffiti sulla facciata ad angolo tra Via Corradini e Via Mazzini che raffigurano le scene di battaglia di un certo periodo storico. Negli interni sono presenti le scale con ringhiere in ferro battuto e con marmi di qualità attualmente irreperibili. Le nostre brevissime considerazioni tendono a far riflettere che un eventuale cambiamento d’uso equivale ad un nuovo piano regolatore per il centro della città. Noi non siamo contrari ad ogni tipo di cambiamento ma, al contrario, riteniamo che il centro di una città debba evolversi e rimanere vivo in modo condiviso da tutta la popolazione. E’ imprescindibile per una scelta così radicale la convocazione di un forum di studio, proposte e idee che coinvolga tutte le parti sociali che, allo stato attuale, non è stato fatto. Italia Nostra, come sempre, sarà attenta che qualsiasi scelta venga presa sia a beneficio della popolazione e del tessuto urbanistico e ambientale di Avezzano. Colgo l’occasione per ricordare che una decisione avventata, come quella della costruzione del nuovo fabbricato del municipio di Celano, abbia definitivamente deturpato la più bella piazza- balcone di tutta la Marsica, facendo diminuire di valore economico i fabbricati adiacenti. Bisogna stare molto attenti ad affrontare la questione dell’eventuale vendita ai privati del plesso scolastico di Via Corradini perché non si può ridurre il problema soltanto alla destinazione d’uso dello stesso. E’ importante sottolineare che il fabbricato in questione fa parte integrante del Piano regolatore per la ricostruzione di Avezzano post terremoto del 1915, redatto dall’ingegnere Bultrini. Questo Piano regolatore prevede un asse stradale: piazza della stazione, piazza Risorgimento, piazza Municipio; che si interseca con Via Corradini, dove sono previsti il Tribunale e il plesso scolastico in questione. Via Corradini ha una funzione di supporto urbanistico non inferiore ad una piazza. Pertanto”, conclude il presidente di Italia nostra, “si può parlare di un centro di fruizione di tutta la città sul quale è importante l’esistenza del fabbricato stesso in ragione dell’organicità dell’intero tessuto urbanistico. La scelta di un’eventuale vendita del plesso cambia radicalmente e irreversibilmente tutto l’assetto urbanistico collegato per cui necessità di un attento e ponderato studio di valutazione. Non si può ridurre il problema all’aspetto esclusivamente architettonico, scolastico ed economico! E’ necessario tener presente che spostare le scuole alla parte nord della città è una scelta avventata e sconsiderata, visto che la metà della popolazione vive nella parte a sud della stazione. Attualmente il plesso Corradnini è l’unico in grado di ospitare una così numerosa popolazione scolastica. Le altre, tra cui quella in Via Pereto, non rispondono pienamente alle esigenze della popolazione. Dal punto di vista storico, il fabbricato è pregevole e ha una sua personalità. Sulla facciata di Via Corradini insistono due portali con stucchi e aquile. Insieme al fabbricato del Tribunale, costituisce un pregevole esempio di stile architettonico degli anni 20. Importantissimi e meritevoli di restauro sono i graffiti sulla facciata ad angolo tra Via Corradini e Via Mazzini che raffigurano le scene di battaglia di un certo periodo storico. Negli interni sono presenti le scale con ringhiere in ferro battuto e con marmi di qualità attualmente irreperibili. Le nostre brevissime considerazioni tendono a far riflettere che un eventuale cambiamento d’uso equivale ad un nuovo piano regolatore per il centro della città. Noi non siamo contrari ad ogni tipo di cambiamento ma, al contrario, riteniamo che il centro di una città debba evolversi e rimanere vivo in modo condiviso da tutta la popolazione. E’ imprescindibile per una scelta così radicale la convocazione di un forum di studio, proposte e idee che coinvolga tutte le parti sociali che, allo stato attuale, non è stato fatto. Italia Nostra, come sempre, sarà attenta che qualsiasi scelta venga presa sia a beneficio della popolazione e del tessuto urbanistico e ambientale di Avezzano. Colgo l’occasione per ricordare che una decisione avventata, come quella della costruzione del nuovo fabbricato del municipio di Celano, abbia definitivamente deturpato la più bella piazza- balcone di tutta la Marsica, facendo diminuire di valore economico i fabbricati adiacenti”.