Avezzano. “Ambienti digitali ‘accomodatevi’…” è il titolo del convegno che si è tenuto ieri alla scuola Persia, dell’istituto comprensivo Mazzini-Fermi. A fare gli onori di casa all’evento, a cui sono stati invitati i rappresentanti dei Comuni della Marsica, è stata la dirigente scolastica Fabiana Iacovitti. La dirigente ha introdotto soffermandosi sull’importanza della strutturazione di ambienti di apprendimento consoni alle peculiarità e alle potenzialità degli alunni e sulle iniziative intraprese dall’istituto Mazzini- Fermi, in direzione dell’implementazione della didattica digitale in modo diffuso. “Tutte le aule dovrebbero essere aule 3.0 per evitare il rischio che gli strumenti tecnologici diventino l’una tantum, il diversivo e non la quotidianità didattica”, ha spiegato la preside Iacovitti.
Relatori dell’incontro sono stati Giancarlo Spadaccini, tecnico, esperto di progettazione e marketing per la didattica digitale nelle scuole, Stefano Marconi, architetto, esperto in stampa 3D e in didattica digitale e Lorenzo Cesaretti, ingegnere, ricercatore presso l’Università politecnica delle Marche, imprenditore nella startup innovativa Talent. Per il Comune di Avezzano è intervenuto il dirigente del settore che si occupa di Edilizia scolastica, Sergio Pepe, con l’assessore Chiara Colucci. “L’amministrazione si è impegnata fortemente per il rinnovo del patrimonio di edilizia scolastica e non per l’adeguamento dei vecchi edifici che, essendo molto datati, i più recenti risalivano alla fine degli anni ‘60, non sarebbero risultati adeguati sotto l’aspetto funzionale e didattico”, ha commentato dell’assessore all’edilizia scolastica, Colucci, “per questo è in corso un impotente programma che prevede la realizzazione di cinque nuovi plessi per circa 15.500.000 euro, tre sono già stati completati, per circa 5.250.000 euro. Il tutto su un totale di 17 edifici. Chiaramente siamo in attesa della conferma di ulteriori finanziamenti. L’impegno dell’amministrazione”, è andata avanti, “non riguarda solo la realizzazione di nuovi edifici ma è rivolto anche a dotare le scuole di arredi funzionali alle nuove necessità. Proprio per l’arredo dell’edificio Persia sono stati richiesti e concessi spazi finanziari per 200mila euro, fondi dell’amministrazione comunale, per l’arredo completo. A breve partiranno le procedure di gara”. “Se guardiamo il setting di un’aula tradizionale, la cattedra di fronte a file di banchi allineati, è subito evidente che è pensato per un flusso comunicativo unidirezionale: dal docente, depositario unico del sapere, verso studenti considerati recettori passivi o quasi. Questo contrasta fortemente con quello che avviene fuori dalla scuola, nella vita quotidiana, imperniata da una comunicazione interattiva, multidirezionale, multimediale, grazie a tecnologie legate all’informazione e alla comunicazione e ai social network”, la riflessione dell’architetto Pepe, “la fluidità dei processi comunicativi innescati dalle Ict si scontra con ambienti fisici non più in grado di rispondere a contesti educativi in continua evoluzione e impone un graduale ripensamento degli spazi e dei luoghi che preveda soluzioni flessibili, configurabili in base all’attività svolta. Spazi così concepiti favoriscono il coinvolgimento e l’esplorazione attiva dello studente”. “Una scuola d’avanguardia rende duttili i suoi ambienti affinché vi siano spazi sempre abitabili dalla comunità scolastica per lo svolgimento di attività didattiche, per la fruizione di servizi, per usi anche di tipo informale; spazi dove lo scambio di informazioni avviene in modo non strutturato, dove lo studente può studiare da solo o in piccoli gruppi, dove può approfondire alcuni argomenti con l’insegnante, ripassare, rilassarsi”, ha concluso il dirigente del Settore IV, “oggi le aule più avanzate includono anche l’utilizzo di device mobili che consentono il superamento della stessa dimensione fisica dell’aula e l’accesso ad ambienti di lavoro collocati nello spazio virtuale. L’Aula 3.0 è uno spazio che riconfigura la sua organizzazione in termini di apertura verso l’esterno ma che modifica anche il suo assetto in senso propriamente fisico, tramite modifiche evidenti alla disposizione degli arredi. Il tutto per favorire una didattica innovativa, che privilegia approcci laboratoriali e collaborativi”.