Celano. “Il PD dovrebbe iniziare ad interrogarsi sulla competenza e sulla disinformazione del suo segretario, che non conoscendo atti e procedure dell’amministrazione, senza alcuna preparazione e studio in merito, come suo solito mistifica la realtà dei fatti, con l’unico obiettivo di screditare l’operato dell’amministrazione, ma in realtà creando un danno incalcolabile alla città e allo stesso suo partito”. Questo quanto dichiarato dall’amministrazione comunale di Celano in merito alla revocazione di una ara per la costruzione di una scuola su una faglia attiva e, quindi, pericolosa in caso di sisma. “Veniamo alla verità dei fatti”, continua l’amministrazione, “corroborata però da delibere e determina dirigenziali pubbliche, le quali hanno il difetto per il segretario del PD, di dover esser studiate tutte con attenzione e tempo in ogni sua parte. Con delibera n. 108 del 13.09.2014 fu approvato il Progetto preliminare per la demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico ospitante la scuola Media “Tommaso da Celano” in località Fontanelle”. Successivamente nel 2015 l’ufficio tecnico avviò le procedure di gara secondo il vigente codice degli appalti dell’epoca, ovvero il 163/2006, con data di ultima di presentazione delle offerte al 01 dicembre 2016″.
“Alla data di scadenza della presentazione delle offerte pervennero n.15 offerte acquisite al protocollo del comune di Celano. Tuttavia, non fu mai nominata la commissione giudicatrice dell’appalto ai sensi dell’art. 77 del D.Lgs. n.50/2016 e delle linee guida ANAC e pertanto non fu mai avviata alcuna procedura di apertura dei plichi ricevuti dalle 15 ditte partecipanti alla gara di cui all’oggetto, perché nel frattempo avvengono prima il terremoto di Amatrice del 24 agosto 2016 e poi quello del 18 gennaio 2017, per cui l’amministrazione, responsabilmente, dopo la valutazione degli indici di vulnerabilità di tutti gli edifici pubblici, decide di chiudere le strutture più a rischio tra cui quella in via Fontanelle e di accelerare lo studio di microzonazione sismica a seguito del quale emerge che proprio sotto la stessa scuola, vi è una faglia attiva e capace, ovvero proprio il piano di rottura della faglia che in caso di terremoto, ha un altissimo potenziale di generare pericolosità per le strutture. Ragione per cui l’amministrazione decide sempre in base al piano di microzonazione sismica di delocalizzare la scuola in un sito senza alcun potenziale rischio, ovvero dinanzi al Palazzetto comunale e da mandato agli uffici di revocare la vecchia procedura di affidamento dei lavori di “demolizione e ricostruzione dell’edificio scolastico ospitante la scuola superiore di primo grado ‘Tommaso da Celano” in via Fontanelle. Gli uffici”, conclude l’amministrazione, “ne danno pronta comunicazione ufficiale con Prot. n. 8704 del 17.05.2018 alle 15 ditte che avevano partecipato alla vecchia gara indetta nel 2015, invitandole a tal riguardo, che entro e non oltre giorni 30 giorni dalla data di ricevimento della comunicazione dell’atto potevano presentare controdeduzioni o memorie relative al procedimento; alla data di scadenza dei 30 giorni fissata per il giorno 15 Giugno 2018 il R.U.P. ingegnere Luigi Aratari non ha ricevuto alcuna controdeduzioni o memorie relative al procedimento avviato, ragione per la quale non occorre prevedere alcun indennizzo nei confronti dei concorrenti in quanto la revoca della gara in oggetto interviene in una fase antecedente all’aggiudicazione provvisoria, fase in cui non si sono consolidate le posizioni dei concorrenti e non è maturato alcun vincolo giuridicamente perfezionato, ed inoltre, non sono intercorse controdeduzioni o opposizioni nei trenta giorni concessi dall’avvio del procedimento di revoca comunicato ai concorrenti. (cfr., tra le tante, Cons. Stato, Sez. III, 30.7.2013, n. 4026)”. In particolare, “in materia di procedure di gara d’appalto è legittima e non dà luogo ad alcun risarcimento a titolo di responsabilità precontrattuale la revoca di un affidamento motivata dall’impossibilità sopravvenuta di eseguire i lavori aggiudicati” (Cons. Stato, Sez. V, 12.10.2016, n. 4218). Tutto quanto dichiarato sopra corrisponde ad atti pubblici e nello specifico la determina n.388 del 21/06/2018 dell’ingegnere Luigi Aratari a cui sono seguite le dovute comunicazioni all’ANAC. Ora però c’è da chiedersi chi in realtà sta facendo danni alla città e chi invece ha agito e continua a farlo con coscienza e responsabilità negli interessi della collettività”.