Pratola Peligna. I finanzieri del comando provinciale di Padova hanno emesso un sequestro preventivo del Tribunale di Padova, per un importo complessivo di 2.5 milioni di euro circa, di beni e disponibilità finanziarie riconducibili a due amministratori di una società immobiliare, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche e reati societari.
L’impresa, con sede nella provincia padovana, si era recentemente trasferita in Abruzzo, a Pratola Peligna, e avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi, nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle piccole e medie imprese.
A mettere sulla strada giusta gli investigatori sono stati alcuni elementi di indagine: la società si era trasferita in un ‘rudere’, senza utenze né dipendenti, nemmeno contratti di lavoro operativi. Si trattava, quindi, di una società non operativa, e l’operazione finanziaria era esclusivamente cartacea. Per risultare meritevoli del credito bancario, gli indagati avrebbero falsificato i bilanci, aumentato fittiziamente il capitale sociale, predisposto dossier relativi ad asseriti investimenti e progetti da realizzare, richiedendo, parallelamente al finanziamento, la garanzia dello Stato concessa da apposito Fondo a sostegno delle piccole e medie imprese (istituito con il c.d. “Collegato alla finanziaria 1997”), amministrato da Mediocredito Centrale Spa, tramite la compilazione di attestazioni riportanti dati non veritieri in ordine alla percentuale del fatturato conseguito nel 2019, per rientrare nei parametri previsti dalla normativa.
I beni e le disponibilità finanziarie sequestrate dalla Guardia di Finanza sono riconducibili a due amministratori di una società immobiliare, indagati per indebita percezione di erogazioni pubbliche e altri reati societari. Sono state effettuate diverse perquisizioni, con la collaborazione di altri reparti del corpo, nelle province di Padova, Vicenza, Treviso, Ferrara, Modena e L’Aquila. L’indagine, partita alla metà del 2022, riguarda un’impresa con sede in provincia di Padova, e recentemente trasferita in Abruzzo, che avrebbe utilizzato bilanci e documenti ritenuti falsi nel periodo immediatamente successivo al lockdown, per richiedere e ottenere ingenti finanziamenti da diversi istituti di credito, assistiti dalla garanzia dello Stato concessa a sostegno delle Pmi. Il denaro indebitamente ottenuto dai malfattori veniva prelevato o bonificato a favore degli indagati e delle loro imprese. In particolare, sono state sequestrate due autovetture, tra le quali un Suv di lusso, e denaro rinvenuto sui conti correnti degli indagati e della società.