Avezzano. Scavano per costruire il parco archeologico di San Bartolomeo e trovano sette tombe della metà del ‘400. Potrebbero essere delle sepolture dell’epoca di Ferdinando I d’Aragona quelle scoperte dagli archeologici della cooperativa Limes, coordinati dalla funzionaria della Soprintendenza, Emanuela Ceccaroni, e dall’architetto Luca Piccirillo. Esattamente un anno fa è stato dato l’incarico dal Comune ai tecnici per portare avanti un progetto di scavo, restauro e valorizzazione del parco, grazie a un finanziamento di circa 125mila euro di privati. Riprendendo uno scavo fermo da 13 anni gli archeologici si sono resi conto che stava emergendo qualcosa di interessante e, archiviando temporaneamente il progetto del parco, hanno deciso di andare avanti fino a quando non hanno trovato le tombe.
“Abbiamo portato avanti lo scavo di San Bartolomeo con l’idea di chiuderlo”, ha precisato la Ceccaroni, “pensavamo fosse un’operazione celere perché le aree da indagare erano poche. Invece arrivando verso l’altare ci siamo imbattuti in una situazione nuova e inedita per Avezzano. Sono emersi degli strati di terra che hanno conservato un pezzo della storia di questa città fino a ora sconosciuta. Gli archeologi si sono trovati davanti sette sepolture del periodo di Ferdinando I d’Aragona, datazione ottenuta dalle monete presenti. Questo vuol dire che nel 1349 c’è stato un altro terremoto che ha distrutto tutto. E infatti Muzio Febonio parla di una destinazione d’uso diversa dalla chiesa per San Bartolomeo. Quindi non essendo più una chiesa perché probabilmente dismessa a causa dei crolli veniva usata dalle persone come luogo di sepoltura. Da una prima indagine sembra si tratti di tutti uomini, ma non è escluso che delle ossa ritrovate possano essere di una donna. Forse potrebbe essere la beata Teresa Cucchiari. Però su questo dobbiamo ancora indagare”. La Ceccaroni ha tenuto poi a precisare che: “la dilatazione dei tempi e la rivisitazione del progetto iniziale pensato con l’architetto Piccirillo sono stati una conseguenza di queste scoperte. Al termine dello scavo si troverà una nuova sistemazione per tutto. Abbiamo trovato anche dei frammenti di epoca romana che però erano evidentemente nella terra di riporto, e poi rosari, medagliette, monete e altri oggetti che però ancora dobbiamo studiare meglio”. La funzionaria inoltre ha annunciato che ci potrebbe essere una partnership con il Liceo Bellisario di Avezzano, nell’ambito dell’alternanza scuola lavoro, per permettere ai ragazzi di assistere da vicino agli scavi. Soddisfatto del progetto il sindaco Gianni Di Pangrazio e i membri dell’Istituzione del centenario, Flavia De Santis, Giovanni Pitoni, Maria Paola Giorgi, Sergio Natalia, Sandro De Sanctis del terremoto che per primi hanno creduto in questa iniziativa. “Volevo che questo e altri lavori fossero terminati lo scorso anno, ma non ci siamo riusciti perché ci sono dei tempi tecnici da rispettare”, ha affermato il primo cittadino, “quattro o cinque anni fa Luigi Marini mi fece la proposta di realizzare questo progetto e grazie al lavoro della Soprintendenza, al contributo della Fondazione Carispaq, a quello personale di Gianni Letta e di tanti altri imprenditori della città siamo riusciti a dare un nuovo lustro a questa pagina di storia. Da quando c’è questa amministrazione ad Avezzano la cultura è stata allargata a 360 gradi”.