Avezzano. Continua a far parlare di se la polemica al vetriolo che coinvolge l’asse politico Avezzano-L’Aquila dopo che il primo cittadino di Avezzano, Gianni Di Pangrazio, durante il consiglio comunale ha rilanciato con gran vigore e determinazione l’obiettivo di restituire ad Avezzano una centralità maggiore nelle dinamiche geopolitiche del territorio. A dire la sua è Francesco Piacente, segretario provinciale del Partito Democratico, che che sottolinea come, in queste ore, “stiamo assistendo a un dibattito tra i due sindaci di Avezzano e L’Aquila che sembra rubato dalle cronache politiche di mezzo secolo fa. Lo stereotipo dello scontro L’Aquila-Avezzano è vecchio come il cucco. E’ questa la nuova pagina di politica provinciale che i due sindaci vogliono scrivere?”.
“Siamo di fronte ad una grande tragedia globale che ha forti ripercussioni territoriali”, precisa Piacente, “una crisi sanitaria che ha dimostrato tutta l’inefficienza del Governo regionale e tutta la debolezza del sindaco di Avezzano che, senza riferimenti politici, non è stato in grado di ottenere nulla per la Marsica. Ricordo a me stesso e a tutti che siamo reduci da una seconda fase in cui la Asl ha mandato in trincea gli operatori sanitari senza strumenti, senza Dpi, dentro strutture sanitarie fatiscenti di cui il pre-triage dell’ospedale di Avezzano, ricavato in una tenda bucata, è stata il simbolo del disastro sulle televisioni nazionali. Siamo ancora in attesa della macchina per processare i tamponi più volte annunciata e mai arrivata nella nostra provincia”.
“Di fronte a tutto questo”, incalza il segretario provinciale del Pd, “invece di concentrarci su soluzioni e risposte, si ripropone una dialettica di campanile di cui davvero non si sentiva il bisogno. Alziamo la sguardo verso l’Europa, apriamo la mente e il dibattito alle grandi opportunità che arriveranno nei prossimi mesi dalle tante risorse europee e nazionali: questa è la postura che ci si aspetta da una classe dirigente all’altezza. Dobbiamo subito rielaborare un nuovo assetto della sanità che impieghi le risorse a disposizione su medicina del territorio, medicina di base, strutture ospedaliere, edilizia sanitaria, rete dell’emergenza urgenza dentro un disegno provinciale efficiente ed equilibrato tra Marsica, Valle Peligna, Aquilano e Alto Sangro”.
“Abbiamo tra le mani la responsabilità e l’opportunità di impiegare ingenti risorse sugli assi trasportistici, ferroviari e autostradali, come mai prima d’ora”, continua, “L’Europa e il Governo hanno previsto investimenti pubblici rivoluzionari che possono cambiare il volto della nostra provincia dentro la strategia della trasversalità e delle reti TenT. I prossimi anni saranno inoltre quelli della rivoluzione digitale che consentirà, sempre di più, il lavoro da remoto e un nuovo sviluppo delle imprese, concedendo alle nostre aree interne una nuova opportunità di sviluppo, contrasto alla crisi demografica e parità di genere. Una rivoluzione che genererà nuove risorse per il mondo della scuola e della formazione e che aprirà nuovi confini al mondo della cultura e della produzione artistica sul territorio. Saranno gli anni della transizione ecologica, sostenuta dalle risorse pubbliche e dalla lungimiranza di investitori privati che vanno rassicurati e aiutati a stabilire i loro impianti produttivi nella nostra provincia e che, al contrario, scapperanno a gambe levate da territori in cui la classe dirigente si lascia andare a dialettiche medievali”.
“Abbiamo il dovere di alzare il livello del confronto per dimostrare ai nostri giovani che l’impegno politico non è dominato da polemiche di basso cabotaggio a discapito della programmazione di ampio respiro e della costruzione del futuro: ma cosa penseranno i nostri giovani nel leggere sulla stampa di polemiche tanto anacronistiche da parte della classe politica locale? La Provincia dell’Aquila e la nostra Regione meritano una classe dirigente moderna ed europea. La polemica da stadio tra avezzanesi e aquilani è molto triste”, conclude, “ed è il segno che certa politica e certo civismo hanno un futuro dietro le spalle”.