Avezzano. Il Governo non impugna la legge “Salva Fucino”. Il Consiglio dei ministri nei giorni scorsi ha deliberato di non bloccare la legge regionale 8/2025, che disciplina l’individuazione di aree e superfici idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti di energia rinnovabile.
Il provvedimento, approvato a marzo scorso dal Consiglio regionale su proposta della giunta, è stato dunque valutato positivamente dall’esecutivo nazionale. La decisione è arrivata nel corso dell’ultima riunione del CdM a Palazzo Chigi, durante la quale sono state esaminate 25 leggi regionali. Tra queste anche la norma abruzzese, che interviene sulla semplificazione dei procedimenti autorizzativi e modifica la legge regionale 46/2019. Con questa approvazione, l’Abruzzo diventa la terza regione in Italia ad essersi dotata di una regolamentazione chiara e stringente sul tema, andando a colmare un vuoto normativo in una materia tanto delicata quanto strategica.
Un passaggio fondamentale della legge riguarda la tutela della piana del Fucino, uno dei territori agricoli più importanti d’Italia, che rischiava di essere invaso da impianti fotovoltaici a terra. A scongiurare il pericolo è stato un emendamento ribattezzato “Salva Fucino”, sostenuto da Confagricoltura Abruzzo e portato avanti in consiglio regionale dal capogruppo di Fratelli d’Italia Massimo Verrecchia. Il provvedimento ha permesso di escludere le aree agricole di pregio dalla possibilità di installare impianti a terra, tutelando così l’integrità e la produttività di una zona riconosciuta per le sue eccellenze agroalimentari. La legge regionale approvata e non impugnata prevede ora procedure più rapide per l’installazione di impianti rinnovabili nelle aree ritenute idonee, al tempo stesso bloccando ogni nuova speculazione nei territori più vulnerabili o di valore agricolo strategico.
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