San Benedetto. Cordoglio per la morte del poeta e scrittore Romolo Liberale, dalla comunità del suo paese Natale. Il sindaco di San Benedetto, infatti, Quirino D’Orazio, ha espresso solidarietà ai familiari e ricordato l’importante figura culturale. “A nome di tutta la cittadinanza”, ha affermato D’Orazio, “esprimo il più profondo cordoglio ai familiari del compianto Romolo Liberale, uomo dallo spessore culturale indiscusso, che da sempre si è prodigato per sostenere, difendere e far conoscere la storia ed i valori della nostra Marsica. Con la sua scomparsa”, continua il sindaco, “l’intero comprensorio perde un’icona che ha svegliato e ridestato le coscienze e quel senso di appartenenza alla nostra Terra troppo spesso dimenticato”.
“Carissimo Romolo”, conclude il primo cittadino, “le tue opere, gesta ed idee resteranno imperiture testimonianze che illumineranno il cammino delle prossime generazioni chiamate ad onorare il nome della Marsica e dell’intero Abruzzo. San Benedetto dei Marsi, tua città natale, si stringe intorno a te con onore”.
Il ricordo di Pietro Guida La prima volta che lessi una sua poesia ero appena un ragazzino, con la voglia di scrivere e il desiderio di cambiare il mondo solo con gli ideali. Era il 14 settembre e sono passati più di venti anni. Quella poesia, che lui aveva dedicato a un amico che non c’era più, mi straziò ma allo stesso tempo mi fece piangere di gioia. Da allora ho capito qualcosa in più sull’amicizia. Da allora la poesia e le opere di Romolo Liberale sono divenuti una presenza costante nella mia vita e quando scrisse la prefazione del mio romanzo, “Il segreto di Didimo”, la nostra amicizia si consolidò e la mia stima e il mio affetto per lui divennero ancora più profondi.
In realtà per me è come se fosse ancora qui. Ogni volta che andavo a trovarlo a casa, la signora Mirka mi accoglieva con gentilezza e lui mi invitava nel suo studio. Poi mi regalava un suo libro, una sua pubblicazione, una sua opera. Il regalo più prezioso me lo fece quando mi consegnò la pubblicazione del racconto “Ed anche don Severino disse Allah Akbar”, un confronto culturale ed esistenziale tra la fede religiosa, analisi storica e istituzioni ecclesiastiche. Un libro ispirato al nostro amico in comune, il frate francescano padre Enrico Cipollone, una persona speciale che segnò la sua e la mia vita.
La sua poesia ha qualcosa di più perché non solo arriva al cuore, ma parte dal cuore. L’amore per lui era un sentimento alto, al di là del bene e del male (inteso come assenza di bene), per lui la religione era ecumenismo, per lui il prossimo erano tutti. L’amore, per lui, era la parte razionale dell’amore, quella che ti spinge a lottare per gli altri, come aveva fatto per una vita intera. Forse ci dividevano in parte le idee politiche, ma ci univano quelle sull’amore.
Romolo Liberale resterà sempre nel mio cuore, con le sue poesie infinite e con le sue idee di libertà.
Ciao Romolo