Pescina. Maestra di scuola e per molti, forse, anche maestra di vita. Alba Silvani, docente di Pescina scrive al Ministro Bianchi e annuncia il suo sciopero della fame contro il green pass “affinchè venga rispettato”, come sottolinea l’insegnante, “il diritto al lavoro e il principio, sia dello Stato italiano che dell’Europa, che vieta ogni forma di discriminazione tra i cittadini”.
Queste le sue parole: “Dopo molti anni di duro precariato finalmente quest’anno ho ottenuto il ruolo per in insegnare nella scuola dell’Infanzia “Fontamara” di Pescina, nel plesso di Collarmele. Ma non mi sarà possibile coronare questo sogno perché il diritto al lavoro mi viene negato. Infatti esso è condizionato al possesso del green pass che io non ho e non intendo avere perché lo ritengo non necessario e discriminatorio. Non necessario perché non c’è nessun bisogno di imporlo ad una categoria – come gli insegnanti – che ha raggiunto il traguardo del 92% di vaccinati e quindi ha superato l’obiettivo della immunità di gregge. Discriminatorio perché l’obbligo del tampone imposto agli insegnanti ogni 48 ore, non solo è fortemente invasivo e insostenibile sia sul piano sanitario che economico, ma rappresenta una discriminazione rispetto ad altre categorie come ad esempio i parlamentari e i lavoratori del Parlamento che possono entrare senza nessun obbligo di green pass : proprio i parlamentari che fanno le leggi valide per tutti gli altri cittadini! I Parlamentari non debbono esibire nulla, mentre a noi si chiede la “tessera verde” per poter lavorare. E’ giusto? L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro (art.1 della Costituzione) e non sul green pass. L’obbligo del green pass è anche contro l’art.3 della Costituzione che, tra l’altro, vieta ogni discriminazione rispetto a “…condizioni personali e sociali”. Tale obbligo – che rappresenta una forma surrettizia dell’obbligo a vaccinarsi – è anche contro le decisioni dell’Europa la quale ha stabilito che “è necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate e hanno deciso di non sottostare a vaccinazione” (Regolamento CE 953/2021, punto 36)”.
La lettera termina con una richiesta diretta della docente al Ministro dell’Istruzione: “Signor Ministro, ascolti anche l’opinione dei 300 docenti universitari che le hanno rivolto un appello contro l’obbligo del green pass e che scrivono : “Riteniamo ingiusta e illegittima la discriminazione introdotta ai danni di una minoranza in quanto in contrasto con i dettami della Costituzione”. Ascolti, ad esempio, la voce dello storico Alessandro Barbero il quale afferma : “ è ingiusto dire da una parte che il vaccino non è
obbligatorio e dall’altro rendere la vita impossibile a chi non lo fa. Se non puoi mettere l’obbligo non puoi nemmeno togliere dei diritti costituzionali”. O quella del prof. Tomaso Montanari, che pur non avendo sottoscritto l’appello, sostiene: “Se non c’è una base fattuale, scientifica e giuridica per rendere il vaccino obbligatorio non c’è nemmeno per renderlo obbligatorio in modo strisciante”. Domani mattina mi recherò a Collarmele per prendere servizio presso la locale scuola dell’infanzia. Se mi sarà impedito resterò lì mettendo in atto uno sciopero della fame per chiedere il rispetto del diritto costituzionale al lavoro e contro ogni forma di discriminazione”, conclude Alba Silvani .