Avezzano. La scienza non può restare chiusa nei laboratori. Quando si parla di salute, il sapere medico diventa un dovere civile e culturale. Con questo spirito è nato il gruppo di lavoro “Scienza, salute e società”, team multidisciplinare guidato dal cardiologo e divulgatore scientifico Leonello Guarracini, che nei giorni scorsi è intervenuto al Teatro dei Marsi durante un partecipato convegno sulla prevenzione della morte cardiaca improvvisa.
Un convegno che è diventato anche il battesimo ufficiale di una sperimentazione senza precedenti: da ottobre 2025 ad aprile 2026 ad Avezzano partirà un progetto pilota sostenuto dal Comune e dalla Protezione civile dell’Abruzzo, con un obiettivo preciso e urgente: creare una rete cittadina di soccorso rapido, fondata sulla diffusione capillare dei defibrillatori e sulla formazione dei cittadini, a partire dalle scuole.
«La scienza deve parlare a tutti»
Guarracini, nel suo intervento, ha affrontato con tono diretto uno dei nodi culturali più delicati: il rapporto tra società e conoscenza scientifica.
«Il Covid ha smascherato l’ignoranza della società proprio in ambito scientifico», ha dichiarato. «La scienza ha il dovere di parlare di salute alla società, perché riguarda tutti gli uomini, non solo una nicchia di scienziati. Serve combattere la resistenza nei confronti della scienza».
Dietro le cifre, però, ci sono storie. E Guarracini lo ha ricordato mostrando immagini forti: dal celebre crollo al suolo del dottor Živago nel film di David Lean, ai casi reali di chi è sopravvissuto grazie a un defibrillatore e a un intervento tempestivo.
Come l’imprenditore di Arezzo tratto in salvo nel 2000 ad Alba Adriatica proprio da Guarracini.
Come il ragazzo salvato nel 2018 a Bologna dalla professoressa Miriam Pistillo.
Como il calciatore danese Christian Eriksen, rianimato in campo durante gli Europei 2021.
«Il cuore può tradire senza avvisare»
Il messaggio è semplice e duro: la morte improvvisa non è un destino remoto.
«Per i portatori di fattori di rischio può starci, ma per giovani e atleti è assurda», ha spiegato Guarracini. «Ci sono malattie occulte che non hanno mai dato segnali. Una singola extrasistole può essere l’effetto farfalla: un’onda minuscola che scatena lo tsunami».
L’Italia, su questo fronte, è tra i Paesi più avanzati: l’elettrocardiogramma obbligatorio per praticare sport ha ridotto la mortalità improvvisa del 90%. Negli Stati Uniti, dove il football non prevede controlli con ECG obbligatorio, i numeri sono molto più alti.
La rivoluzione dei primi tre minuti
Il vero punto di svolta, però, non è solo la tecnologia: è la cultura del primo soccorso.
«Non si potrà mai fare a meno della cultura del primo soccorso, cominciando dalle scuole elementari», ha affermato Guarracini. «Il 118 non può arrivare ovunque in meno di cinque minuti. In quei minuti si decide la vita».
È qui che entra in gioco DaeResponder, l’app che permette ai cittadini formati all’uso del defibrillatore di ricevere una notifica quando, nelle vicinanze, si verifica un arresto cardiaco. Chi è più vicino corre, prende il defibrillatore della rete più prossima e interviene. Una rete umana che anticipa l’ambulanza.
È scienza, ma è anche società: responsabilità, civismo, tecnologia al servizio della vita.
«La storia siamo noi»
Nel suo appello ai giovani, Guarracini ha citato De Gregori: «La storia siamo noi, nessuno si senta offeso».
Poi ha aggiunto: «Il futuro siete voi. Siete voi che potete salvare vite umane».
Non è retorica. È la logica conseguenza di un dato: i primi tre minuti fanno la differenza.
E senza persone formate, nessun sistema sanitario può essere davvero rapido.
Avezzano capitale della cultura cardiologica
Il convegno, organizzato dal dottor Stefano Guarracini, primario di cardiologia della Casa di Cura Pierangeli di Pescara, ha segnato l’avvio ufficiale della sperimentazione locale. Avezzano, città che negli anni ha sviluppato una rete sanitaria cardiologica considerata un modello nazionale, torna al centro della battaglia culturale per la prevenzione.
Nelle prossime settimane partiranno i corsi per studenti, insegnanti, associazioni, operatori sportivi, commercianti, volontari e cittadini. Ogni defibrillatore diventerà un presidio di comunità, non solo un oggetto appeso a un muro.
È la scienza che incontra la società.
È la tecnologia che incontra la responsabilità civile.
È una città che decide di non aspettare la cronaca nera per cambiare la propria storia.
Perché, se il cuore può tradire all’improvviso, la conoscenza può salvarlo.








